Politica

Casa di Montecarlo, fissa l'udienza preliminare per Fini

Il 10 maggio la Procura di Roma deciderà se rinviare a giudizio Gianfranco Fini, Elisabetta Tulliani, suo suocero Sergio Tulliani e suo cognato Giancarlo Tulliani con l'accusa di riciclaggio trasnazionale

Casa di Montecarlo, fissa l'udienza preliminare per Fini

Basterà aspettare il 10 maggio per sapere se Gianfranco Fini sarà rinviato a giudizio, insieme alla sua compagna Elisabetta Tulliani, suo suocero Sergio Tulliani e suo cognato Giancarlo Tulliani (latitante a Dubai) con l' accusa di riciclaggio trasnazionale.

Secondo la Procura, il "re delle slot" Francesco Corallo non avrebbe pagato 85 milioni di euro allo Stato e una parte di questi soldi sarebbe finita in tre off shore: Printemps Ltd, Timara Ltd e Jayden Holding Ltd, riferibili ai fratelli Tulliani. La Printemps, era stata usata per far comprare a Giancarlo la famosa casa di Montecarlo a soli 300 mila euro. Poi c' è l' accusa di autoriciclaggio, perché l' immobile "è stato rivenduto -si legge nel capo d' imputazione firmato dai pm Michele Prestipino e Barbara Sargenti - in data 15 ottobre 2015 per un importo pari a 1 milione e 360 mila euro, somma che è transitata prima sul conto corrente francese di Giancarlo Tulliani, e poi è stata trasferita in parte al conto di Dubai e in parte al conto italiano Mps, entrambi intestati a Tulliani". Quest' ultimo, ricorda il quotidiano Il Tempo, ha poi provveduto a "rigirare" la metà di quella somma alla sorella Elisabetta, in due tranche. La procura contesta anche il bonifico da 2,4 milioni di euro con la causale "liquidazione per il decreto 78 del 2009" arrivato dalle società di Corallo sul conto corrente di Sergio Tulliani, impiegato dell' Enel in pensione, proprio quando era stato approvato il decreto legge che "apportava - si legge nell' ordinanza di sequestro di febbraio 2017 del gip Simonetta D' Alessandro - enormi vantaggi a Francesco Corallo perché gli offriva la possibilità di offrire in pegno i diritti sulle videolottery". Sergio Tulliani ha poi provveduto a girare il bonifico in parte a Elisabetta (550 mila euro), e in parte al figlio Giancarlo (12 assegni da 100 mila euro ciascuno).

Stando all' ultima versione raccontata da Gianfranco Fini la sua compagna, Elisabetta Tulliani gli avrebbe nascosto per oltre 8 anni l'acquisto della casa di Montecarlo e glielo avrebbe rivelato soltanto nel dicembre 2016 quando è scoppiata l'inchiesta giudiziaria. Ma, in realtà, l'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Laboccetta ha rivelato che nella primavera del 2008, durante un pranzo da "Fortunato al Pantheon" a Roma, "Giancarlo Tulliani, anche a nome di sua sorella Elisabetta e di Gianfranco Fini, informò Francesco Corallo e me che doveva aiutarli a comprare una casa a Montecarlo. Poco dopo andammo negli appartamenti della Camera (...) Fini confermò che lui ed Elisabetta desideravano una casa proprio a Montecarlo, aggiunse testualmente: 'Siamo certi che vorrai aiutarci ad esaudire questo nostro desiderio', e chiese a Corallo di accompagnare il cognato". "Così con un volo privato - ha riferito Laboccetta - siamo partiti da Ciam pino e abbiamo alloggiato per 3 giorni all' hotel Hermitage di Montecarlo, trasferta interamente pagata da Corallo".

L' ex presidente della Camera ha sempre respinto la ricostruzione fatta da La boccetta ma gli inquirenti hanno trovato riscontro di quel viaggio nel Principato: Tulliani, Laboccetta e Corallo hanno soggiornato nell' albergo Hermitage proprio in quelle date, a pagare è stato l' imprenditore catanese. Fini, però, continua a negare di essere stato il "mandante" del viaggio. Dopo aver negato per anni, uno dei legali di Fini ha ammesso in diretta tv che a luglio del 2010 l'ex presidente della Camera si era recato nel Principato di Monaco con Elisabetta per seguire la ristrutturazione della casa. Alla Procura pare difficile credere che Fini abbia mollato i suoi impegni istituzionali solo per fare un favore alla compagna, senza sapere che Giancarlo quell'immobile l' aveva comprato.

Fini, nel primo interrogatorio, aveva sostenuto che il cognato aveva versato alla sorella la metà dei soldi ricavati nel 2015 dalla vendita dell' appartamento (circa 650 mila euro) come risarcimento morale per il danno che lui stessa aveva subito, senza che la Tulliano lo avesse informato. Nel secondo interrogatorio del 16 novembre scorso ha, invevce, sostenuto che sua moglie per 8 anni non gli avrebbe rivelato che dietro l' acquisto della casa c'era anche lei.

Ora sta al giudice stabilire se Gianfranco Fini sia uno sprovveduto o il complice di un' operazione di riciclaggio internazionale.

Commenti