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Casaleggio, da consulente a "eminenza grigia" del M5S

Morto "l'ideologo" del M5S. Da stratega delle reti a "burattinaio" del non partito di Grillo, tra inquietanti profezie e feroci critiche

Casaleggio, da consulente a "eminenza grigia" del M5S

Capelli ricci e lunghi, occhiali e un'aria da intellettuale un po' nerd. E un cappello che lo contraddistingue da qualche anno, da quando cioè è stato operato alla testa. Gianroberto Casaleggio è il Movimento Cinque Stelle. l'eminenza grigia che si nasconde dietro Beppe Grillo. Colui che - checché ne dicano i grillini - tirava le fila del non partito, ne gestiva le reti e in un modo o in un altro ne influenzava le decisioni, al punto da essere stato più volte definito "il burattinaio" e vero fondatore del Movimento.

Di lui e della sua vita privata si è sempre saputo poco. Anche la sua pagina su Wikipedia è decisamente scarna per essere quella dedicata all'ideatore e curatore di uno dei siti più influenti del Paese. Si sa che è nato nel 1954 e che ha avuto due mogli e due figli, che era vegetariano e poco altro. Da esperto di reti e consulente di diverse aziende, è diventato famoso soprattutto quando dal 2004 "convertì" Beppe Grillo all'ambientalismo e alla cultura del web, fino a diventare l'ideologo del Movimento nato ufficialmente nel 2009.

La svolta per quello che fino ad allora era stato un progettista di software e un esperto di strategia delle reti arriva nel 2004, quando nasce la Casaleggio Associati, una società che ha come obiettivo quello di far crescere una cultura della Rete, soprattutto attraverso una consulenza capillare per le aziende. Poi nel 2005 la Casaleggio Associati ha lanciato quella che si sarebbe rivelata l'operazione più redditizia, diventando l'editore del blog di Grillo. E mentre il comico genovese si scaglia contro i poteri forti in un crescendo di livore soprattutto verso la politica, Casaleggio e i suoi fanno affari con banche d'affari e multinazionali. Tra il 2007 e il 2008 lo stresso fondatore ricopre gratuitamente l'incarico di consigliere di Antonio Di Pietro, allora ministro delle Infrastrutture del secondo governo Prodi.

Due video, però, raccontano il suo pantheon e la sua filosofia. Prometeus - La Rivoluzione dei media (2007), in cui viene profetizzato un'inquietante futuro in cui il web e la società dell'informazione la fa da padrone e condiziona in tutto e per tutto l'uomo. E Gaia - The future of politics (2008) in cui si ripercorrono le principali tappe della comunicazione mondiale e in cui si sancisce la "dittatura" dei mass media, che controllano i cittadini attraverso l'uso strumentale della comunicazione. Da Savonarola a Hitler, da Obama e Al Gore allo stesso Beppe Grillo, il video dimostra come chi padroneggia il linguaggio e lo strumento principe della propria epoca controlla il potere.

Insomma, nel 2007 Casaleggio sembrava sostenere che per arrivare nei palazzi bisognava puntare sul web, quasi cercando di "condizionare" le masse con un inquietante e subdolo "lavaggio del cervello". "Solo un gioco", lo definirà poi nel 2013 al Corriere della Sera.

Di certo anche quei video hanno contribuito a creare attorno a lui un'aura di mistero che ha portato a numerose critiche anche all'interno del M5S.

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