Politica

Case da requisire per i rifugiati: il prefetto apre al nuovo «piano»

Marino Smiderle

Il bando della prefettura di Vicenza è riuscito a mettere insieme 1.730 posti per i migranti. Tra business e solidarietà, le istituzioni pubbliche e private hanno tirato fuori case, palazzine, hotel per far fronte alla prevista e prevedibile ondata di sbarchi con l'arrivo della bella stagione. Non sono pochi ma non bastano.

«Per il momento non sono previste requisizioni ha spiegato il prefetto vicario Massimo Marchesiello al Giornale di Vicenza ma se i numeri aumenteranno, e possono aumentare, non possiamo escludere nulla».

Un avviso simile l'aveva già diramato a febbraio il prefetto di Treviso, Laura Lega, ai sindaci della Marca: «Siamo con l'acqua alla gola aveva detto e se entro maggio non troviamo nuovi alloggi per maggio saremo costretti a requisire le case sfitte».

Pochi confidano negli accordi internazionali con la Turchia di Erdogan o nell'evoluzione della caotica situazione libica: i barconi dei mercanti di uomini e morte sono pronti a partire e in giro per l'Italia i prefetti cominciano a mettere le mani avanti. Nel caso di Vicenza, per dire, al momento i profughi registrati e ospitati nelle strutture sono saliti a quota 1.489 dopo l'arrivo degli ultimi 19 di mercoledì. Dei 1.730 posti raggranellati dalla prefettura attraverso il bando, una parte risulta ancora non disponibile: devono essere fatti dei lavori di sistemazione e ci vuole un po' di tempo. In ogni caso, con l'esperienza dell'anno precedente, in prefettura hanno già fatto le prime stime e temono davvero che la fame di alloggi sia destinata ad aumentare. Di qui il ventilato ricorso alla requisizione, non si sa bene con quali criteri. Tenuto conto che al Brennero gli austriaci hanno tirato giù Schengen e su le barricate, la «fuga» verso Nord dei migranti non sarà più così agevole. Ergo, i stavolta rischiano di mettere radici a Vicenza, anche se la commissione territoriale insediata alla caserma Sasso per valutare le richieste di asilo cerca di accelerare: dai 7-8 colloqui giornalieri si punta ad arrivare almeno al doppio, cercando di dare priorità ai casi relativi a Paesi effettivamente martoriati da guerre e persecuzioni.

Ma sarà difficile tenere il ritmo degli sbarchi e se serviranno nuove sistemazioni la prefettura andrà a caccia di immobili.

Con le buone o con le cattive.

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