Politica

Caso Cucchi, sospesi tre carabinieri

I militari sono accusati di omicidio. La sorella Ilaria: «Non meritano di vestire la divisa»

Chiara Giannini

Francesco Tedesco, Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, i tre carabinieri accusati dell'omicidio preterintenzionale del giovane tossicodipendente Stefano Cucchi morto nel 2009 all'ospedale «Pertini» di Roma, sono stati sospesi dal servizio. La decisione arriva dal comando generale dell'Arma, per cui la misura «precauzionale e doverosa, vista la gravità dei reati contestati» e delle «circostanze dei fatti indicati nei provvedimenti della magistratura».

Restano, invece, in servizio, Roberto Mandolini e il collega Vincenzo Nicolardi, accusati di calunnia e falso. Come si ricorderà, erano stati nei giorni scorsi il procuratore romano Giuseppe Pignatone e il sostituto Giovanni Musarò a chiedere il rinvio a giudizio dei militari i quali si sarebbero resi responsabili del pestaggio del giovane romano. Pestaggio che, secondo gli inquirenti, sarebbe la causa primaria del decesso.

Appresa la notizia della sospensione dal servizio dei tre carabinieri, la sorella di Cucchi, Ilaria, ha scritto un post sulla sua pagina Facebook: «Le tre persone coinvolte direttamente nel violentissimo pestaggio (come definito dalla Procura di Roma) di Stefano Cucchi sono state sospese dall'Arma dei carabinieri. Credo che questo sia giusto e sacrosanto proprio a difesa e a tutela del prestigio dell'Istituzione. Ora non potranno più nascondersi dietro una divisa che non meritano di indossare».

Per il momento si rimane in attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari, che dovrà decidere se rinviare a giudizio i militari o meno. I tre sono accusati anche di abuso di autorità. Avrebbero, infatti, attuato a carico di Cucchi «misure di rigore non consentite dalla legge, aggravate dalla circostanza di aver commesso il fatto per futili motivi, riconducibili alla resistenza di Cucchi al momento del foto-segnalamento». Nessuno dei militari coinvolti al momento ha reagito o rilasciato dichiarazioni in merito alla decisione del comando generale dell'Arma. Come si ricorderà, peraltro, nei giorni scorsi il generale Tullio Del Sette aveva incontrato proprio Ilaria Cucchi per manifestarle la sua vicinanza.

La donna ha presentato di recente la onlus dedicata al fratello che avrà lo scopo di portare alla luce casi come quelli di Stefano. Prosegue, intanto, il processo mediatico a carico dei militari accusati.

«Non viviamo più - aveva confessato Mandolini alcune settimane fa - hanno preso di mira anche i nostri figli».

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