Cronache

Caso Friuli, ventimila finte iniezioni

Avviso di garanzia per l'infermiera che non effettuava le vaccinazioni

Caso Friuli, ventimila finte iniezioni

Difterite, tetano, pertosse. E poi poliomielite, epatite B. Malattie per cui è prevista la prevenzione obbligatoria e che invece sono finite nell'elenco delle ventimila vaccinazioni dubbie su cui ora indagano due procure, Treviso e Udine. La zona d'ombra che si è aperta sull'operato dell'infermiera trevigiana Emanuela Petrillo, sospettata di aver solo finto di somministrare i vaccini nelle aziende sanitarie di Treviso e Codroipo (Udine), si allarga. Sono 7.500 le dosi di Esavalente (obbligatorie) che non sarebbero state somministrate correttamente a bambini e ragazzi in Friuli, dove la donna ha operato dal 2009 al 2015. Ma nella lista nera ci sono anche 4mila iniezioni Mnrv, (quelle contro il morbillo, parotite, rosolia, varicella); 4.700 per Tbe (encefalite da zecche) e 350 per Hpv (papilloma virus). Un totale di 20mila vaccini che - secondo la task-force interaziendale che sta gestendo l'emergenza a Nordest - non sarebbero stati somministrati durante i turni dell'infermiera su circa 6-7mila persone.

Ecco perché per precauzione saranno ripetuti su 5.400 bambini e ragazzi: la precedenza andrà ai 2.400 che hanno effettuato l'intero ciclo vaccinale nei giorni in cui era in servizio Petrillo, poi toccherà ai 3mila che ne hanno effettuato solo una parte quando era di turno. Dagli esami su campioni di 200 bambini coinvolti, il 50% è risultato scoperto dalla profilassi.

Ieri la procura veneta ha notificato all'assistente sanitaria, che continua a proclamarsi estranea alla vicenda, l'iscrizione nel registro degli indagati per abuso di ufficio e false certificazioni, mentre il pm udinese Antonio De Nicolo ha aperto un fascicolo contro ignoti su cui a breve potrebbero comparire anche altri nomi tra il personale sanitario. Ma ai fini dell'indagine - che sarà «lunga e non facile» - la magistratura ha disposto nuovi controlli con valore legale sui minori che potrebbero aver ricevuto la dose per finta. Servirà il consenso dei genitori, ma, fa sapere l'azienda sanitaria, è il solo modo per acquisire «elementi utilizzabili processualmente» ed evitare che il richiamo vaccinale elimini eventuali prove.

Petrillo che presto tornerà al lavoro a Treviso (il procedimento disciplinare aperto dall'azienda è sospeso in attesa dei rilievi penali) si professa innocente. Gli inquirenti non l'hanno ancora convocata «nonostante si sia resa disponibile per chiarire la propria posizione - spiega l'avvocato Paolo Salandin - Confidiamo lo facciano al più presto». Restano, dice il legale, «molti punti poco chiari, gli attacchi e una condanna arrivata non solo prima di una sentenza, ma addirittura di un'indagine (l'avviso di garanzia è di ieri, ndr)». Sarà questa ad accertare se, come sostiene la difesa, la mancata risposta al vaccino «sia dovuta ad altri fattori come lo stato di conservazione». In ogni caso per la presidente del Fvg, Debora Serracchiani ciò che è accaduto è «l'estremizzazione di un clima irrazionale, che qualcuno fomenta e che bisogna invece frenare. Agiremo in tutte le sedi a fianco dei genitori e a risarcimento dei danni causati alla Regione». A partire dalla spesa per le nuove fiale.

Circa 500mila euro.

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