Politica

Il caso Sardone scuote gli azzurri: lei diserta il primo vertice del gruppo

La consigliera delusa in trincea. Ma non lascerà Forza Italia

Il caso Sardone scuote gli azzurri: lei diserta il primo vertice del gruppo

Milano - «Partito schiavo di scelte oscure dei cortigiani di Arcore» dice Silvia Sardone e bastano queste poche parole, messe nero su bianco in un comunicato stampa, a dare l'idea del livello di scontro portato al cuore di Forza Italia dalla trentacinquenne consigliera regionale esclusa dalla giunta lombarda del leghista Attilio Fontana. Per confermare di non avere ancora digerito la delusione, ieri mattina ha disertato la prima riunione del gruppo azzurro, al quale ha partecipato la coordinatrice lombarda e capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini.

«Avevo già prenotato l'hotel in montagna con i bambini, ho preferito fare colazione con loro, che ho un po' trascurato durante la campagna elettorale, invece di andare a ratificare decisioni già prese» minimizza lei, che lunedì scorso ha telefonato alla Gelmini per rompere un silenzio che non si era interrotto nemmeno per gli auguri di Pasqua. Il neo capogruppo al Pirellone, Gianluca Comazzi, eletto per acclamazione dai colleghi, felice per «compattezza e unità», si dice deciso a ricucire: «Silvia è una risorsa che deve essere valorizzata ma è importante che giochi in squadra».

Saranno i diciannove anni di militanza politica ad averla portata a una tale esplosione di rabbia? Lei dice agli amici di essere «sicura» che non sia stata «una scelta del presidente Berlusconi», di sentirsi come «un'innamorata del partito non corrisposta», perché milita in Forza Italia da quando aveva sedici anni, sotto i gazebo azzurri ha incontrato il compagno Roberto Di Stefano, 39 anni, eletto lo scorso anno sindaco di Sesto San Giovanni, città alle porte di Milano a cui da sempre è appioppato il soprannome di Stalingrado d'Italia, per dare un'idea dell'humus. Così, se in molti ritengono che la coppia sia già abbastanza potente e Sardone troppo scalpitante, lei la vede diversamente: un consigliere comunale è diventato sindaco e una militante dai tempi dell'adolescenza ha raccolto solo quattrocento preferenze in meno del super votato assessore (riconfermato) al Welfare, Giulio Gallera, ieri acclamato capo delegazione della giunta. Punti di vista opposti in cerca di convergenza.

Si tratta di capire se la situazione può essere ricomposta. Sardone assicura di non voler lasciare Forza Italia.

Domani si riunisce per la prima volta il consiglio regionale.

Commenti