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La Cassazione dice "no" alla liberazione anticipata per Dell'Utri

Un nuovo "no" ribadisce: nessun beneficio per l'associazione di tipo mafioso

La Cassazione dice "no" alla liberazione anticipata per Dell'Utri

È una conferma della sentenza del tribunale di Sorveglianza di Bologna quella che arriva dalla Corte di Cassazione, che ribadisce oggi il "no" alla liberazione anticipata per Marcello Dell'Utri, motivando la decisione con la "gravità" dei reati per cui è risultato colpevole.

Arriva dunque un nuovo parere contrario, che nega all'ex senatore di Forza Italia la possibilità di lasciare il carcere dove è rinchiuso in Emilia-Romagna, dopo la decisione del 14 febbraio. Un'eventualità che era sembrata poi possibile per le condizioni di salute critiche di Dell'Utri.

Il ricorso presentato dai legali chiedeva che si tenesse conto del periodo di pena espiato dal 12 aprile 2014, giorno dell'arresto in un albergo della capitale libanese Beirut, al 12 aprile dell'anno successivo, applicando i benefici introdotti da un dl del 2013 per ridurre il sovraffollamento delle carceri, con sconti di pena fino a 75 giorni ogni semestre (30 più del normale).

La Suprema corte ha "escluso" che il concorso esterno di tipo mafioso, per cui Dell'Utri è stato condannato a sette anni, possa essere tra i reati per cui sono concessi benefici da parte dell'amministrazione penitenziaria.

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