Politica

Cdp, in pole un uomo del rigore Barachini verso la Vigilanza Rai

L'economista Scannapieco vicino a diventare ad della cassaforte del ministero. Tv di Stato, il senatore forzista sorpassa Gasparri

Camilla Conti

Entra nel vivo la tornata delle nomine pubbliche che vede sul piatto un pacchetto di 350 posti da riassegnare entro il 2018. Oggi si giocano due partite strategiche nonché il primo banco di prova per la tenuta dell'alleanza gialloverde: Cdp e Rai. Trovata la quadra, potrebbero andare a posto anche altre caselle importanti come quella sulla poltrona del nuovo direttore generale del Tesoro e quella al timone delle Ferrovie. Il nodo più ostico da sciogliere, finora, è stata la scelta del nuovo amministratore delegato della Cdp, la cassaforte controllata dal Mef e partecipata dalle fondazioni che gestisce 250 miliardi di risparmio postale.

Salvo sorprese o ribaltoni dell'ultima ora, l'assemblea dei soci convocata per oggi pomeriggio dopo tre rinvii dovrebbe chiudersi finalmente con una fumata bianca. A sbloccare l'impasse sarebbe stato lo stesso ministro del Tesoro, Giovanni Tria, che proprio ieri ha dimostrato di non essere ostaggio dei due partiti di governo annunciando i paletti alla flat tax e frenando sulla possibilità (promossa soprattutto dalla Lega) di una moratoria della riforma delle Bcc. Ebbene, Tria è pronto a consegnare sul tavolo la rosa dei nomi per il cda. I bookmaker del Tesoro fino alle ventuno di ieri davano per fatto lo schema a tre punte: il presidente Massimo Tononi, già candidato dalle Fondazioni, verrebbe affiancato da Dario Scannapieco come ad (risalendo le quotazioni rispetto all'altro papabile, l'ex di Intesa Marcello Sala) e dall'attuale direttore finanziario di Cdp, Fabrizio Palermo, promosso direttore generale. Se fosse confermato, il ticket Scannapieco-Tononi di forte imprinting bancario non lascerebbe molti margini di manovra ai desiderata di Luigi di Maio sul ruolo della Cassa come sostegno alle politiche economiche dell'esecutivo. In attesa di conoscere le eventuali «compensazioni» per gli scontenti.

Di certo, sulla bilancia del gradimento dei nomi per Cdp hanno pesato le trattative sul nuovo cda della Rai tanto che nello stesso giorno dell'assemblea della Cassa oggi le Camere eleggeranno i quattro membri (su sette componenti: altri due sono indicati dal Mef, il settimo sarà eletto dai dipendenti il 19) del board della tv di Stato. Il nuovo presidente - che dovrà poi essere votato dai due terzi della commissione di Vigilanza - dovrebbe essere comunque uno dei due membri indicati dal Tesoro. Intanto, sarebbe stata trovata la quadra sui vertici delle commissioni di controllo e garanzia.

Per la presidenza della commissione di Vigilanza sulla Rai, l'avrebbe spuntata il giovane senatore Alberto Barachini, come simbolo del nuovo corso e della riorganizzazione di Forza Italia. A Maurizio Gasparri, in corsa fino all'ultimo, andrebbe comunque la presidenza di un altro organismo importante: la Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato.

Al dem Guerini il Copasir.

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