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Cdp, slittano ancora le nomine. Consob nel mirino del governo

Le scelte si intrecciano con Fs e dg del Tesoro. Nava, scelto da Gentiloni, rischia. Alitalia, Toninelli certo: resta italiana

Cdp, slittano ancora le nomine. Consob nel mirino del governo

Ennesima fumata nera (la quarta) sulle nomine al vertici di Cassa Depositi e Prestiti: l'assemblea dei soci, ovvero ministero del Tesoro e Fondazioni, è stata aggiornata a martedì 24 in modo da attendere il ritorno del ministro, Giovanni Tria, in partenza per l'estero e di ritorno lunedì. La trattativa tra lo stesso Tria e i rappresentanti al tavolo di Lega e 5Stelle sembrava aver trovato la quadra sulla terna composta da Dario Scannapieco, come ad, Massimo Tononi come presidente già indicato dalle Fondazioni e Fabrizio Palermo (attuale direttore finanziario) promosso direttore generale. Almeno fino a ieri mattina quando qualcosa si è inceppato di nuovo. «Sono nomine importanti, ci stiamo riflettendo bene per non sbagliare», ha commentato il premier, Giuseppe Conte. Un retroscena raccolto da più fonti riferisce di un improvviso irrigidimento di Palermo relativo al tema delle deleghe operative da ricevere come dg. Altri puntano il dito sulle resistenze del Carroccio sul nome di Scannapieco. Di certo, la partita su Cdp è legata a doppio filo con quelle in Fs e con la scelta del nuovo direttore generale del Tesoro, e tutti i nodi potrebbero sciogliersi contemporaneamente entro giovedì prossimo.

L'obiettivo di Lega e M5s è quello di far saltare le nozze con l'Anas, volute dal governo Renzi e celebrate frettolosamente prima di Natale dal governo Gentiloni ma non ancora consumate da quello attuale. «Le due società hanno ruoli e compiti diversi, devono restare divise», ha tuonato il sottosegretario ai Trasporti, Edoardo Rixi. La fusione aveva consentito al renziano Renato Mazzoncini, di essere riconfermato alla guida delle Ferrovie prima della scadenza del mandato. Ora la sua poltrona traballa: a Perugia è stato rinviato a giudizio per truffa. Il cda gli ha rinnovato la fiducia, ma da statuto occorre che a pronunciarsi sia l'assemblea già fissata per il 26 luglio. Il board, però, potrebbe anche riunirsi prima e convocarla d'urgenza per il 24, lo stesso giorno di Cdp. Al posto di Mazzoncini, la Lega gradirebbe Giuseppe Bonomi, (oggi ad di Arexpo) che al momento viene dato in pole position per la carica. In passato Bonomi è stato, tra l'altro, presidente di Alitalia che proprio ieri è tornata nel mirino di Luigi Di Maio e del ministro del Trasporti, Danilo Toninelli, i quali puntano a riportare il 51% «in capo all'Italia e con un partner che la faccia volare». Se dunque il governo allargherà lo spettro dell'economia pubblica alla compagnia aerea, ci sarà da trovare un manager cui affidarne la cloche.

Le insofferenze gialloverdi si sono intanto allargate anche alla Consob. Nel mirino, la nomina del presidente Mario Nava, ritenuta «incompatibile con l'indipendenza e l'autonomia» della Commissione. In un comunicato firmato dai deputati pentastellati e leghisti della commissione Finanze della Camera, si contesta il fatto che Nava è distaccato dalla Commissione Ue per tre anni e in virtù delle norme europee sulla mobilità esterna «godrebbe di una sostanziale immunità nei confronti dell'ordinamento giudiziario italiano». La mossa sembra destinata a rimanere solo un'azione di disturbo.

Esistono, infatti, i pareri dei servizi giuridici di presidenza del Consiglio, Quirinale e Corte dei Conti, che blinderebbero la nomina di Nava, fatta dal governo Gentiloni e convalidata dal presidente Mattarella.

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