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Censurata la spiaggia "nera". E l'Anpi insiste: ora la revoca

Chioggia, dopo l'intervento del prefetto rimossi cartelli e foto dallo stabilimento. Il gestore: chiedevo disciplina

Censurata la spiaggia "nera". E l'Anpi insiste: ora la revoca

Il prefetto ordina «via cartelli e foto» e Scarpa obbedisce. Come a dire: qui la disciplina e il rigore sono di casa. A dire il vero l'imprenditore Gianni Scarpa, sessantaquattro anni veneziano, che da domenica sta facendo discutere l'Italia in lungo e in largo per la presenza all'interno del suo stabilimento balneare di simboli che ricordano il fascismo, ci aveva già pensato lunedì mattina, ancora prima di ricevere l'ordinanza di rimozione, a far togliere cartelli e foto.

E così dall'altro giorno lo stabilimento balneare di Chioggia, nel veneziano, «Playa Punta Canna» è più «anonimo». Almeno agli occhi. I cartelli imputati erano già stati fatti sparire dal gestore stesso e dal personale. Rimosso dall'ingresso che porta in spiaggia, anche il cartello raffigurante Mussolini e alcune frasi a lui dedicate. Via anche i cartelli dinanzi alle cabine come quello «Non entrare, camera a gas» e in quello «Spiaggia riservata ai clienti, altrimenti manganello sui denti» l'ultima parte è sparita. Tutti cartelli, comunque, presenti da un anno. Cinque anni fa lo stabilimento era finito nelle pagine delle cronache per il divieto ai bambini. «Zona inadeguata a buzzurri e bambini» si leggeva, ma semplicemente perché non c'erano giochi aveva spiegato Scarpa.

Una spiaggia linda e pulita con 650 lettini. «Non c'è una cicca, non c'è una salviettina a terra aveva detto il gestore qui dentro voglio gente educata». «Sono cinque anni che vengo qua ha detto un cliente ai microfoni di Venezia Today - i cartelli ci sono, per me non c'è niente di straordinario. Spiaggia tranquilla, pulita. Se uno non vuole, fa a meno a venire qui. Qua si sta tranquilli. Per me è una spiaggia bellissima».

Però l'ordinanza del prefetto è arrivata e la denuncia da parte degli uomini della Digos lagunare anche. Scarpa è stato denunciato per la presenza di poster di Mussolini e richiami, soprattutto con scritte, al periodo fascista. Ora un rapporto sarà inoltrato alla magistratura e una relazione era già stata trasmessa alla prefettura.

Tante le reazioni. L'Anpi ha chiesto la revoca della concessione balneare, il sindaco pentastellato ha preso le distanze da Scarpa. «Una sinistra che si arena nel bagnasciuga della spiaggia di Punta Canna», ha detto il consigliere regionale Sergio Berlato e coordinatore per il Veneto di Fdi e An. «Il prefetto di Venezia non ha ordinanze più serie da firmare?», ha tuonato l'assessore regionale Elena Donazzan (Fi) - «Di certo se mettevo le foto di Che Guevara aveva detto Scarpa non sarebbe successo tutto questo caos.

Non sono fascista, sono amante della pulizia, dell'ordine e della disciplina».

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