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Il centrodestra cerca l'accordo: "Uniti vinceremo questa sfida"

Berlusconi detta la linea: "Niente interessi di parte, restituiremo a Roma l'onore perduto". Ed è totonomi: Marchini piace a Forza Italia e Ncd, la Lega prova a rilanciare la Meloni

Il centrodestra cerca l'accordo: "Uniti vinceremo questa sfida"

L'addio di Marino accelera i lavori del cantiere del centrodestra. Ma per ora c'è fibrillazione: alla Lega piace la Meloni ma la Meloni si sfila. A Fdi non piace Marchini ma Berlusconi non lo affossa. Unico elemento che unisce tutti è l'obiettivo: mettersi insieme. Sul toto-nome - di fatto già partito - siamo in alto mare. Il Cavaliere non cita né Tizio né Caio, ma giovedì notte, durante la serata con i suoi europarlamentari è stato chiaro: «Ora dobbiamo trovare il candidato giusto e riconquistare Roma. E dobbiamo farlo mettendo insieme tutte le forze di centrodestra altrimenti la città va in mano a Grillo. E non possiamo permettercelo». Infatti dice: «Lavorerò fin da oggi per offrire agli elettori un centrodestra unito e vincente, con un programma di governo della Capitale tale da restituire alla città l'onore perduto». E ancora: «Auspico che tutti i partiti della nostra coalizione si ritrovino al più presto per valutare, senza preconcetti, le migliori candidature. Spero che nessuno voglia sfuggire a questa responsabilità, privilegiando interessi di parte».

Di nomi nemmeno l'ombra ma c'è chi sostiene che la figura di Alfio Marchini non dispiaccia al Cavaliere: è un imprenditore, non rappresenta la politica politicante, piace alle donne, pesca in un elettorato trasversale. Marchini, poi, ha altri sponsor: un po' di centro e un po' di destra. Piace molto all'Ncd (o quel che resta di quel partito). Andrea Augello, senatore alfaniano che nella Capitale sposta un po' di voti, per esempio, fa il tifo per lui. Più tiepido l'appoggio di Gianni Alemanno, altro pezzo della destra capitolina «social-caltagironiana».

Chi è molto forte a Roma, è Fratelli d'Italia la cui leader, Giorgia Meloni, affonda le radici alla Garbatella. Infatti, a fare il suo nome è Matteo Salvini: «La Lega correrà per la prima volta a sindaco di Roma - dice il leader del Carroccio - Io con Marchini non ho mai parlato». E poi ecco il lancio di Giorgia: «La Meloni? Mi piacerebbe se si candidasse, ma non esiste una sola candidatura». A conferma che al capo del Carroccio la Meloni andrebbe benissimo, c'è pure Souad Sbai, ex deputata Pdl ora nelle file di Noi con Salvini, il cui nome è stato fatto come possibile candidatura di bandiera leghista: «La mia corsa per il Campidoglio? Sì ne ho parlato con Matteo. Io sarei disponibile ma se scende in campo la Meloni, che stimo moltissimo, sono pronta a fare due passi indietro. L'importante è che il centrodestra si presenti unito». Il problema è che la Meloni - nonostante l'appoggio anche di Maroni («Sarebbe un ottimo sindaco, è una tosta») non fa i salti di gioia all'idea di salire al Campidoglio.

Chi cambia la prospettiva è Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia: «Non si deve partire dai nomi dei candidati ma da come risolvere i problemi della città. Giorgia è disposta a guidare un laboratorio per rilanciare il progetto del centrodestra ma per ora la sua candidatura non è disponibile». Per ora. Quello che è certo, dice Rampelli, è che «Marchini non ci piace. Ci ricordiamo o no che due anni e mezzo fa Marchini partecipò alle primarie del Pd? E corse da solo soltanto perché Bettini e l' establishment piddino ritenne migliore Marino». Quindi? Per Rampelli c'è una strada sicura: «Facciamo le primarie e vediamo.

Ci si scontri sulle idee e sulle diverse visioni della città; e poi vinca il migliore».

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