Elezioni Politiche 2018

Il centrodestra pronto a siglare il programma Resta il nodo del Lazio

Settimana decisiva anche per decidere come dividersi i collegi. Il dibattito sulla Fornero

Il centrodestra pronto a siglare il programma Resta il nodo del Lazio

Per il centrodestra sarà la settimana decisiva, su programma, quote di collegi e candidature. E si dovrà sciogliere l'ingarbugliato nodo dell'aspirante governatore del Lazio, oltre a quelli di Molise e Friuli Venezia Giulia.

Sul piano nazionale il timing prevede martedì-mercoledì l'esame dei sondaggi, sulla media dei quali i quattro alleati dovranno spartirsi i seggi. Giovedì-venerdì, dunque, si entrerà nel vivo della scelta dei candidati, tirando fuori i nomi che avranno una corsa garantita, quelli che rischieranno di più, quelli che avranno una missione difficile o quasi impossibile.

Sul programma in 10 punti elaborato dal tavolo ad hoc c'è già l'accordo al 99%, si tratta di limare qualche termine. Anche significativo, come sulla legge Fornero: nel testo si parla di «azzeramento», quello che chiede il leader leghista Matteo Salvini, ma probabilmente diventerà azzeramento degli effetti negativi, come vuole Silvio Berlusconi che non boccia in toto la riforma ma parla di miglioramenti. La presidente di Fdi Giorgia Meloni è sulla stessa linea: «Va bene abolire le distorsioni della Fornero, ma non a spese dei più giovani». E ai centristi di «Noi con l'Italia» chiede di indicare nella loro quota di collegi solo «persone non compromesse con il precedente governo», mentre non ha preclusioni per l'accordo con «Energie per l'Italia» di Stefano Parisi.

Il clima sembra di armonia tra il Cavaliere, il numero uno del Carroccio e la leader della destra, tutti lanciano segnali distensivi e bocciano come fake news le voci di divisioni. «Sono sicuro che si troverà la quadra sul programma. Settimana prossima chiudiamo», conferma Salvini. Berlusconi rientra ad Arcore, dopo aver tranquillizzato gli alleati dalla trasmissione di Rai2 Kronos sull'«irrealistica ipotesi» di larghe intese con il Pd. I sondaggi saranno decisivi anche per decidere su chi puntare nelle regionali nell'election day del 4 marzo. La partita più incerta è nel Lazio, dove l'autocandidatura del sindaco terremotato di Amatrice Sergio Pirozzi rischia di disorientare gli elettori. L'indagine che dovrebbe arrivare martedì dirà quanti voti può portar via l'outsider (spinto da Alemanno e Storace, che nella regione rappresentano «Noi con Salvini»), che ha respinto ogni accordo e anche un seggio in Senato con il centrodestra. Peserà anche il gradimento degli altri due aspiranti, l'azzurro Maurizio Gasparri e Sergio Rampelli di Fdi e darà un quadro delle intenzioni di voto per M5s e centrosinistra. Tutti, dallo stesso Gasparri alla Meloni, parlano di candidatura «unitaria», ma l'elemento di disturbo Pirozzi rimane. E lui avverte: «Non rinuncio, nemmeno se me lo chiede Berlusconi». La Lega ha il candidato governatore in Lombardia, Attilio Fontana e Salvini sulla decisione di Leu di non sostenere il concorrente Pd Giorgio Gori dice: «Non contiamo su errori altrui per vincere». Gli azzurri reclamano il vertice del Friuli e Maria Stella Gelmini tifa per Riccardo Riccardi, ma la Meloni spinge il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani.

In Molise il candidato potrebbe essere il magistrato Vincenzo Di Giacomo, presidente del tribunale di Isernia.

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