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Centrodestra verso il sorpasso. Cresce l'ipotesi listone unico

Nei sondaggi Forza Italia, Lega e Fdi davanti a tutti E Maroni spinge Salvini all'accordo con Berlusconi

Centrodestra verso il sorpasso. Cresce l'ipotesi listone unico

Roma - Verdetto unanime dei sondaggisti: il centrodestra è in testa. Ecco perché, se non si riuscirà a fare una nuova legge elettorale, torna in auge l'ipotesi del listone. Certo, Berlusconi preferirebbe trovare un'intesa e modificare l'Italicum assegnando il premio alla coalizione anziché alla lista per non dover abbracciare in modo troppo stretto l'alleato leghista; ma se così non fosse sarebbe necessario ragionare sul listone unico se non si vuole regalare il Paese a Grillo. D'altronde i numeri parlano chiaro. Gli ultimi dati sono quelli di Ipsos per il Corriere della Sera, perfettamente in linea con altre analisi sulle intenzioni di voto. Il centrodestra unito vincerebbe con il 31,2 per cento, superando il Movimento 5 Stelle dato in calo (da 32,3% a 30,7%) e il Pd quotato 27,6%. Nel dato disaggregato, poi, Berlusconi sorride perché Forza Italia cresce rispetto a un mese fa (13,1%) e soprattutto sorpassa la Lega, ferma al 12,9%. Ottimo risultato, invece, lo farebbe Giorgia Meloni che porta i suoi Fratelli d'Italia al 5,2%. I dati in possesso del Cavaliere sono addirittura più entusiastici perché Forza Italia peserebbe 14% contro il 13,5% del Carroccio e l'intera coalizione di centrodestra supererebbe il 32%. Insomma, non ci sono molte alternative: Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia devono per forza trovare la quadra e rinnovare il patto d'acciaio anche per le elezioni politiche dopo aver chiuso l'accordo per le amministrative. In questa ottica va vista la recente visita di Giorgia Meloni ad Arcore ma soprattutto il cambio di tono delle ultime esternazioni di Salvini.

Il capo della Lega appare molto meno bellicoso quando parla del Cavaliere e si dice disposto a ragionare sul «come tornare a vincere». Ovviamente insieme. I nodi legati all'ipotetica uscita dall'euro e alla leadership della coalizione restano tutti ma non saranno questioni tanto gravi da impedire il matrimonio. D'amore o d'interesse poco importa: soltanto uniti si potrà sbarrare la strada a Grillo. Lo sanno i forzisti e lo sanno anche i leghisti, salviniani e non. Il governatore della Lombardia Roberto Maroni, che peraltro saluta con favore la candidatura alla segreteria federale di Gianni Fava in contrapposizione a Salvini, rilancia la coalizione «modello Lombardia». Un centrodestra, cioè, perfino allargato ai centristi di Alfano visto che Maroni governa ancora con l'Ncd, ora Ap.

Maroni spina nel fianco di Salvini anche su un tema bollente come quello dell'Europa. Per il governatore lombardo «la Lega nasce e rimane europeista; siamo euroscettici, non antieuropei», dice al Giorno. E quindi lancia la stoccata al suo leader, reo di inseguire troppo la Le Pen. L'ultimo graffio Maroni lo assesta quando parla di leadership della coalizione: tema che dovrà essere affrontato prima o poi perché se i sondaggi non sbagliano e il centrodestra dovesse vincere, il capo dello Stato dovrà dare l'incarico a qualcuno. Ma a chi? Salvini? Berlusconi? Un terzo indicato dai leader dei partiti che formano il rassemblement? Maroni la butta lì: «Zaia ha più esperienza di governo, ma se Salvini ha voglia di farlo, sapendo che governare è complicato, perché no?». Nessun veto, invece, su Berlusconi: «Lui può ricoprire tutte le cariche. Se vince le primarie e non ha più problemi d'interdizione con le cariche pubbliche, va benissimo.

È uno dei pochi leader che sanno rivestire anche un ruolo internazionale».

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