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C'era una volta l'ordine globale made in America

C'era una volta l'ordine globale made in America

C' era una volta l'Ordine Mondiale. E con lui il suo cardine Occidentale chiamato America. Con Donald Trump quell'era è definitivamente tramontata. La responsabilità non è solo sua. Lo sgretolamento dell'Asse Atlantico incomincia parallelamente al crollo di quell'asse sovietico di cui era l'antitesi. Ma i due presidenti che ne accelerano bruscamente lo smantellamento sono Obama prima e Trump poi. Due presidenti all'opposto come personalità e linea politica, ma identici nell'anteporre gli impegni con gli elettori a quelli internazionali. Nel 2010, rispettando le promesse di due anni prima, Obama lascia l'Iraq senza aver debellato un terrorismo alqaidista pronto a risorgere sotto forma di Stato Islamico. Trump oggi fa lo stesso. A due anni dall'elezione lascia la Siria e riduce al lumicino la presenza in Afghanistan. Stavolta però il passo è ancor più decisivo. Ad annunciarlo è, infatti, il presidente che ha relegato ad un ruolo secondario una Nato cuore e simbolo per quasi 70 anni dell'alleanza occidentale. Ma non solo. Con l'addio a Siria e Afghanistan Trump rinuncia in un colpo solo a combattere il terrorismo islamista, a contrapporsi alla Russia, a proteggere d'Israele e a contrastare l'Iran. Il tutto senza contare il compiuto addio al fronte del Pacifico già avviato da un Obama permettendo alla Cina di acquisire il controllo delle principali rotte marittime, di dotarsi di un esercito sempre più potente e di diventare la nuova potenza coloniale dell'Africa impossessandosi delle sue materie prime. Un arretramento a dir poco vertiginoso proseguit, però, anche con l'attuale amministrazione. Interessato a difendere solo la superiorità commerciale degli Usa Trump si è dimostrato indifferente alla necessità, ribadita più volte dal dimissionario Jim Mattis, di garantire i propri interessi non solo con la deterrenza di un'armata invincibile, ma anche con strategie basate su un solido e concorde sistema di alleanze. Così oggi l'America di Trump si ritrova, paradossalmente, con la più potente macchina da guerra della storia parcheggiata in un angusto cortile di casa. Una macchina invincibile e ineguagliabile, ma priva di guida strategica. E difficile da muovere sull'asse terrestre per la mancanza di alleati pronti a condividerne la potenza. In sostanza una macchina invincibile, ma anche invisibile.

E incapace, dunque, d'impaurire gli avversari.

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