Politica

"Charlie Hebdo" ride del ponte. La politica insorge per la vignetta

Scoppia la protesta contro l'ultima provocazione del periodico che già ci offese su Amatrice e Rigopiano

"Charlie Hebdo" ride del ponte. La politica insorge per la vignetta

La satira è libertà d'espressione, non ci piove. Ma ha un senso quando si castiga il malcostume, quando si beffeggiano i potenti, quando si prendono in giro vizi o eccessive virtù. Può essere dura, graffiante, a volte volgare ma mai superare il limite dell'oltraggio, soprattutto se il bersaglio è una tragedia con decine di morti. Ma il settimanale satirico Charlie Hebdo continua a voler far parlare di sé a ogni costo, impegnandosi a dimostrare il suo cattivo gusto. E così, giusto per bissare le imbarazzanti polemiche del passato, il periodico francese nell'ultimo numero ha deciso di mettere di nuovo in prima pagina una tragedia italiana, quella del ponte Morandi a Genova. Nel disegno è illustrato il viadotto crollato con ai suoi piedi un'auto accartocciata, mentre un uomo di colore pulisce per terra con una ramazza. Il tutto accompagnato da una didascalia: «Costruito dagli italiani... Pulito dai migranti».

Naturalmente, come già accaduto in passato, la vignetta ha scatenato polemiche. La prima reazione è stata quella del viceministro dei Trasporti, il leghista genovese Edoardo Rixi. «Il giornale francese Charlie Hebdo è senza vergogna e riesce a superare ogni limite nel cattivo gusto. Questa sarebbe satira? Per me c'è solo una parola: schifo», ha scritto su Facebook. La polemica contro il giornale d'Oltralpe infuria su tutti i social network, dove è esplosa l'indignazione di decine di migliaia di persone. Gli attacchi ora partono dall'Italia e c'è chi, nel mondo politico, non usa mezze misure. «La vignetta di Charlie Hebdo ha affermato l'europarlamentare di Forza Italia Stefano Maullu non è soltanto vomitevole, è anche un terribile insulto agli italiani e alla memoria delle vittime del tragico crollo del ponte di Genova. Il giornale ha superato ogni limite e non è certo la prima volta che accade. Dopo l'attacco terroristico del 2015, la redazione di Charlie Hebdo pensa di poter agire in totale libertà, come se tutto gli fosse permesso, senza alcun genere di freno. Cosa ne pensano i tanti italiani che si unirono alla campagna Je suis Charlie?».

Anche il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, ha criticato il giornale satirico. «Sbagliare è umano, capita, ma perseverare nello stesso errore per ben tre volte... Due anni dopo la vergognosa vignetta sul terremoto che ha colpito Amatrice e quella altrettanto oltraggiosa sulla tragedia di Rigopiano, il periodico Charlie Hebdo torna a offendere le vittime italiane, questa volta con una vignetta oltraggiosa sul crollo del ponte di Genova», ha ricordato Calderoli. «Sono un strenuo difensore della libertà di espressione, compresa la satira ha aggiunto - ma non quando trascende in offese assurde e gratuite che infangano il dolore delle vittime e dei loro cari».

D'altronde il periodico satirico aveva già pesantemente ironizzato sulle tragedie avvenute nel nostro Paese, scatenando ogni volta un mare di polemiche. Nel settembre 2016, dopo il sisma di Amatrice era comparsa una vignetta con un groviglio di corpi sepolti dalla pasta, accompagnato dalla scritta: «Terremoto all'italiana, penne al pomodoro, penne gratinate e lasagne». Nel gennaio 2017, Charlie Hebdo aveva poi dedicato una vignetta dal sapore macabro alla tragedia dell'Hotel Rigopiano in Abruzzo, travolto da una frana che aveva ucciso 29 persone.

In quell'occasione, accompagnata dal titolo «Italia, la neve è arrivata», si vedeva sfrecciare sugli sci la morte, con un mantello nero e due falci al posto dei bastoncini, che diceva: «Ma non ce ne sarà per tutti».

Commenti