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Charter e rimpatri, caso chiuso. "Nessuna richiesta da Berlino"

Salvini: la notizia è infondata, il problema non esiste I «dublinanti» rientrano con il contagocce su voli di linea

Charter e rimpatri, caso chiuso. "Nessuna richiesta da Berlino"

L'aereo non c'era, o se c'era era un fantasma. È lo stesso vicepremier Matteo Salvini a gettare acqua sul fuoco da lui alimentato: i famosi charter con cui la Germania avrebbe dovuto rispedirci immigrati a frotte sarebbero solo il frutto della fantasia di un giornalista tedesco, su cui si sarebbe poi costruito un caso. Un classico caso di bolla mediatica, insomma.

Dopo che il governo bavarese ha smentito di avere in programma «a breve» l'uso di charter per il rinvio in Italia dei cosiddetti «dublinanti» - noti anche come migranti secondari - si è posto fine alla fase della propaganda politica per lasciare spazio a un po' di semplice chiarezza. Stop quindi alle minacce di chiudere gli aeroporti, per la banale ragione che non c'è nessun aereo carico di passeggeri indesiderati cui impedire l'atterraggio.

In realtà - come ha spiegato in un'opportuna intervista al Messaggero il sottosegretario (leghista) agli Interni Nicola Molteni - la gestione dei migranti secondari avviene regolarmente in base al trattato di Dublino e non c'è nessuna reale ipotesi di agire diversamente, meno che mai facendo partire da Monaco charter affollati per rifilarci 40mila indesiderati. Il trattato prevede un tetto massimo di 50 rinvii mensili dalla Germania (o da qualsiasi altro Paese dell'Ue), e soprattutto impone che queste persone viaggino su voli di linea. Se si intende modificare questo accordo - ha ricordato Molteni - è necessario firmarne uno nuovo bilaterale, che al momento non esiste. Un accordo, sottolinea il sottosegretario, che dovrebbe mostrare da parte tedesca aperture sul piano della cooperazione in tema di accoglienza.

Il punto è che alla fine di questa settimana i bavaresi saranno chiamati alle urne per elezioni regionali delicatissime: secondo i sondaggi la Csu del ministro dell'Interno Horst Seehofer, che da tempo contrasta etichettandola come buonista la politica di accoglienza degli immigrati della Cancelliera Angela Merkel, va incontro a una rovinosa sconfitta. Abituata a governare da sola forte del 45-50% dei voti, la Csu si fermerebbe al 35%, cedendo suffragi soprattutto all'estrema destra dell'Afd. La diffusione di «bufale» come quella dei charter per rispedire 40mila immigrati in Italia risponderebbe dunque a esigenze di propaganda per far recuperare voti alla Csu.

Ricapitolando. 1: il rinvio verso l'Italia dei «dublinanti» continua in base al Trattato con le solite modalità (massimo 50 persone al mese e solo su voli di linea), e non si è mai interrotto. 2: di charter carichi di immigrati sbarcati in Italia e arrivati successivamente in Germania non c'è l'ombra perché manca un accordo bilaterale tra Roma e Berlino che ne autorizzi l'impiego. 3: il tentativo del governo bavarese di confondere le acque dichiarando che «non è previsto alcun charter questa settimana» deve essere considerato come nient'altro che un basso espediente mediatico teso a far credere all'elettorato locale che sia imminente l'avvio di una campagna di massicci rinvii di immigrati secondari verso l'Italia: il che è falso in base al punto precedente. 4: le sparate del ministro Salvini sugli aeroporti italiani da bloccare per impedire l'atterraggio dei fantomatici charter tedeschi vanno ascritte alla medesima categoria della propaganda politica. Il ministro si è infatti basato su informazioni di fonte giornalistica tedesca, e ha cambiato registro quando la Germania ha chiarito che i charter non esistono. Poteva informarsi prima di usare un linguaggio così minaccioso, ma è logico immaginare che si sia comportato in questo modo ritenendo di ottenerne un tornaconto politico.

D'altra parte non solo Seehofer è in campagna elettorale: anche Salvini c'è, permanentemente.

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