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Che imbroglio l'uso politico della Storia

Carlo Martello e Giovanni Sobieski vicino a Luca Traini e Jan Breivik. Il terrificante manifesto dell'attentatore

Che imbroglio l'uso politico della Storia

Carlo Martello accanto a Luca Traini, il re polacco Giovanni Sobieski vicino a Jan Breivik, l'ammiraglio Marcantonio Colonna nella stessa lista in cui compare Alexandre Bissonette. Lo stragista di Christchurch («Chiesa di Cristo»: forse perfino la città teatro del massacro non è stata scelta a caso) ha mescolato intenzionalmente nel suo «manifesto» di rivendicazione i nomi di antichi eroi militari della resistenza cristiana all'islam con quelli di moderni e vigliacchi assassini come lui, gente che ha sparato addosso a persone indifese cercando di attribuirsi un ruolo nella Storia che assolutamente non merita.

La tentazione di liquidare il tutto come un'operazione delirante è forte. Ma sarebbe un errore. Perché è verissimo che l'indigeribile minestrone preparato dal fanatico Brenton Tarrant altro non è che un imbroglio, ma è altrettanto vero che questo tentativo di manipolazione della Storia ha una sua logica. Una logica aberrante, tipica dell'estremismo di destra che pretende di ergersi a legittimo rappresentante dei valori tradizionali dell'Occidente e di intestarsi il diritto di diventare il loro difensore in armi. Questi personaggi il caso di Breivik che massacrò a sangue freddo 73 adolescenti vicini al partito socialista norvegese è esemplare amano porsi come degli esempi di purezza, gente tutta d'un pezzo che si sacrifica nell'interesse collettivo di un popolo sotto minaccia: dei soldati che spargono sangue per difendere la Patria. Sono in realtà dei grotteschi e crudeli Narcisi, che desiderano attirare l'attenzione sulle proprie insignificanti persone. E che pretendono di essere idealmente arruolati accanto a figure che si sono invece meritate il loro diritto alla memoria storica, e che se per assurdo potessero incontrarli nutrirebbero per loro soltanto disprezzo.

Tarrant ha messo in chiaro che il suo gesto sanguinario dovrà servire tra le altre cose a provocare la reazione del «nemico», a innescare un gigantesco incendio. La stessa logica che fu dei nazisti tedeschi, che certamente ammira.

Un immenso lavacro di fuoco e sangue, questo desidera il fanatico australiano: e tanto valeva che nella sua lista ci infilasse direttamente Adolf Hitler, lasciando in pace la memoria degli eroi di Poitiers e di Lepanto.

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