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Che ipocrisia lo show di Madrid L'accoglienza è una sceneggiata

Ora la Spagna fa la generosa, ma la sinistra l'ha blindata

Che ipocrisia lo show di Madrid L'accoglienza è una sceneggiata

La chiamano accoglienza, ma è una spregiudicata e spudorata messa in scena. Per accogliere i 106 migranti ancora a bordo della Aquarius - oltre ai 523 già ospitati e accuditi sulle navi Dattilo della Guardia Costiera e sulla nave Orione della nostra Marina Militare - il governo del socialista spagnolo Pedro Sanchez ha mobilitato duemila fra medici, psicologi, interpreti, poliziotti e operatori sociali. Inseguiti da oltre 700 giornalisti di tutto il mondo. Madrid ha, insomma, trasformato in una kermesse globale quel che, molto più silenziosamente e pacatamente, si replica ogni giorno nei porti italiani. Porti dove, dal 2014 ad oggi, sono sbarcati 600mila disperati salutati dall' indifferenza di Spagna, Europa e resto del mondo.

Ma la faccia tosta del nuovo leader della sinistra spagnola non si ferma qui. Spacciando il nuovo governo e i compagni socialisti per dei generosi campioni dell'accoglienza Sanchez mette a segno una delle più abili truffe politico-mediatiche degli ultimi decenni. Per capirlo bisogna riandare al 1993 quando il governo socialista di Felipe Gonzales decide di erigere la prima barriera anti migranti intorno all'enclave spagnola di Ceuta in Marocco. Ma l'entusiasmo socialista per muri e sbarramenti non si esaurisce con Gonzales. La tripla barriera alta più di sei metri, costellata di sensori ottici e sonori edificata nel 2005 intorno all'enclave di Melilla e costata oltre 33 milioni di euro non è figlia dell'odio xenofobo di qualche estremista di destra, ma del governo socialista di Luis Zapatero. Da oltre 25 anni, insomma, la sinistra socialista condivide in maniera bipartisan le durissime politiche anti-migratorie basate su barriere, respingimenti violenti e rimpatri coatti che hanno trasformato la Spagna in una sorta di inviolabile fortezza. Per capire come funzioni basta leggersi le cronache di Ceuta e Melilla. Lì chi riesce a superare le triple barriere da sei metri, sovrastate da tagliente filo spinato, si ritrova a far i conti con i manganelli, i lacrimogeni e i proiettili di plastica della Guardia Civil. E nella via spagnola all'accoglienza, su cui l'Europa chiude non uno, ma due occhi, non mancano i respingimenti. I disgraziati che a Ceuta e Melilla riescono a metter piede in terra spagnola non hanno il tempo d'invocare il diritto all'asilo, ma vengono immediatamente riconsegnati, come previsto da rigorosi accordi bilaterali, alle guardie di frontiera del Marocco.

Grazie a queste leggi inflessibili, su cui i socialisti non hanno mai eccepito nulla, la Spagna ha mantenuto gli arrivi a livelli irrisori. Nel 2016, quando l'Italia faceva i conti con oltre 181mila migranti, la Spagna ne accoglieva appena 14mila. L'anno scorso la generosità spagnola si è fermata a quota 21mila mentre quella italiana non è riuscita, nonostante i provvedimenti di Minniti, a scender sotto quota 119mila. Dopo esser stati ignorati per oltre 4 anni e nonostante 600mila migranti tutti a nostro carico ci ritroviamo, insomma, a subire la tracotanza di un Sanchez trasformato in campione dell'accoglienza grazie all'attracco di appena 620 migranti.

Oltre 500 dei quali, non dimentichiamolo, trasportati dalle nostre navi ed accuditi e rifocillati con i soldi dei nostri contribuenti.

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