Cronache

Che opera d'arte i cani. E ora c'è pure un museo dedicato ai bassotti

A Passau, in Germania, 4.500 cimeli celebrano una delle razze più amate. Ma non finisce qui

Che opera d'arte i cani. E ora c'è pure un museo dedicato ai bassotti

La stragrande maggioranza dei musei italiani e stranieri vieta l'accesso ai cani e spero che anche il più sfegatato animalista non protesti. Che Fido faccia la pipì su un quadro di Van Gogh sarebbe oltre modo «disdicevole». Fanno eccezione, per la verità, alcuni musei come l'Hangar Bicocca di Milano, quello del Cinema di Torino, gli scavi di Pompei dove, con alcune restrizioni, i cani vengono accettati.

In Germania hanno pensato che, se i cani non possono entrare nei musei, si può sempre allestire un museo dove i protagonisti sono proprio loro e, dopo i tedeschi, altre nazioni onorano il più fedele amico dell'uomo con templi dell'arte. Se ne occupa il prestigioso New York Times in un recente articolo di Laura Holson.

Negli anni '90, il pittore David Hockney era così innamorato dei suoi bassotti che li immortalò in dipinti e in un libro. A partire da questo mese, chiunque ami i bassotti quanto lui, può visitare il primo museo a onorare questa razza. Il Dackelmuseum è stato inaugurato all'inizio di aprile a Passau. Qui potete ammirare una galleria di cimeli del bassotto con una collezione di oltre 4.500 dipinti, libri, statue e porcellane dedicati al celebre cane bavarese. È solo uno dei tanti nuovi musei che celebrano il migliore amico dell'uomo, incluso il Museum of Dog, che ha aperto i battenti il mese scorso a North Adams, Massachusetts. Qui si trovano più di 180 opere d'arte, tra cui i famosi Weimaraner di William Wegman, le cui fotografie figurano nelle collezioni del Museum of Modern Art e del Whitney Museum of American Art di New York. All'inizio del prossimo anno, l'American Kennel Club Museum of the Dog aprirà a New York City, giusto in tempo per il Westminster Kennel Club Dog Show.

Il Dackelmuseum tedesco nasce dunque dall'amore dei suoi fondatori per i loro compagni canini: «Nessun altro cane al mondo gode dello stesso tipo di riconoscimento e popolarità del simbolo della Baviera», ha detto a Reuters Seppi Küblbeck, uno dei fondatori del museo.

I cani hanno da tempo un posto nel mondo dell'arte, dal museo egizio del Cairo, dove si trova una splendida mummia canina, a quello di Torino dove si possono vedere due suggestive mummie di Basenji, il piccolo e antichissimo cane africano, fino a Manhattan, dove «Balloon Dog (Orange)» di Jeff Koons è stato venduto per 58,4 milioni di dollari da Christie's nel 2013, diventando l'opera di un autore vivente più pagata nella storia della celeberrima casa d'aste. In Inghilterra, chi è appassionato di moda può visitare il Leeds Castle, nel Kent, che possiede una collezione di collari per cani risalenti al XV secolo. Nel 1977, Gertrude Hunt donò una collezione di oltre 60 collari per cani alla Fondazione del Castello di Leeds in memoria di suo marito, John Hunt, antiquario e studioso di storia irlandese. Sono diventati il fulcro di una collezione che comprende oltre 130 rari collari dal tardo XV al XIX secolo. Il più vecchio è un collare di ferro da mastino spagnolo, indossato per proteggere i cani dagli orsi e dai lupi che vagavano per le campagne europee.

A Martigny, in Svizzera, si può visitare il Barryland, Musée et Chiens du Saint-Bernard. D'altronde, in quale altro luogo si potrebbe trovare un museo che onora il grande cuore del San Bernardo, salvatore di sfortunati viaggiatori dispersi nella neve? Accanto al museo c'è ancora l'allevamento dei cani che i monaci vi faranno volentieri accarezzare. E i gatti? Guardano muti e gelidi..

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