Politica

Che vergogna chi premia i delatori anonimi

Da qualche giorno il comune di Milano ha dato il via al whistleblowing , che vuol dire «soffiare nel fischietto». In italiano si direbbe «soffiata». I dipendenti di Palazzo Marino sono incentivati per combattere irregolarità, favoritismi, corruzione, tangenti e roba simile a scrivere lettere anonime sulle malefatte dei loro colleghi. Anzi si chiamano mail anonime, essendo via internet. Saranno una forma di volontariato ad alto contenuto meritorio. Lo ha promosso il sindaco Pisapia, un tempo campione di garantismo, su consiglio - a quanto sostengono i fautori, e siamo sicuri dicano il vero - dell'Onu. La quale non manda (...)

(...) nessuno a difendere i cristiani dell'Irak e della Nigeria, ha lasciato scannare tranquillamente un milione di tutsi in Rwanda e Burundi, ma in compenso promuove il reclutamento a Milano e in tutto il mondo di truppe d'assalto nelle guerre dove non si rischia niente, al massimo una promozione.

La notizia è stata data addirittura due volte dal Fatto quotidiano , il 20 gennaio e ieri. La prima volta personalmente l'ho persino trovata bella e utile. Poi meno. Metto in fila la sequenza dei miei pensieri.

La corruzione è un cancro del corpo sociale. Deturpa il volto interiore della città. Comporta la rovina morale ed economica della vita comune degli uomini. Lottarci contro è per conseguenza importantissimo.

Domandina. A qualsiasi prezzo? Io dico: non quello del tradimento del compagno di banco, denunciandolo e nascondendo la mano. Forse colpirà una malattia, ma ne procura un'altra: la vigliaccheria eretta a valore. Introduce un po' di Unione Sovietica in mezzo a noi. Un vizio morale si combatte con una virtù. Avremmo due malattie invece di una, visto che il sistema delle denunce anonime ottiene solo di rendere più scafati i corrotti e i corruttori. Non ci sarà bisogno di ritagliare dai giornali le lettere dell'alfabeto e di incollarle, col rischio di lasciare impronte.

Il sistema dell'anonimato - viene assicurato - è perfetto. Ogni impiegato del comune, a qualsiasi livello, potrà inviare tramite intranet (che è la connessione informatica accessibile solo a dipendenti e consiglieri comunali) una circostanziata denuncia. Non si potrà risalire all'origine. Naturalmente saranno prese in considerazione accuse circostanziate, saranno analizzate da una commissione composta da esponenti di associazioni tipo Trasparency International. Trasparenza fino a un certo punto. Criptazione è l'opposto di trasparenza.

Capiamo benissimo la necessità di garantire la segretezza totale, anche dinanzi all'autorità inquirente, quando si forniscono notizie utili per impedire delitti prima che si compiano, qualsiasi gravità essi abbiano. L'anonimato è una precauzione necessaria in contesti di oppressione diffusa, dove chi parla deve temere che il magistrato sia colluso con il corruttore. In contesti di mafia: si sa che queste organizzazioni permeano talvolta anche chi dovrebbe istituzionalmente combatterle. Quando sei tra i cannibali e puoi solo gettare una bottiglia nell'oceano. Ma al comune di Milano serve a innescare la viltà e il clima di sospetto.

La calunnia anche se versata nel grembo verginale di inquisitori puri come il diamante lascia segni. Non dà corso a indagini ma induce a setacciare il sospettato, anche solo per verificare che sia una balla. E il calunniatore non pagherebbe. A meno che si approntasse un sistema a sua volta di anonimato garantito, dove si possano denunciare i calunniatori, che non è un reato minore. In un circuito abominevole.

In Unione Sovietica è finita esattamente così. Anonimato garantito. Il delatore occupava l'appartamento, la scrivania della sua vittima: infatti aver determinato il sospetto in uomini probi è segno che qualcosa comunque non va...

Bisognerebbe tornare alla civiltà imperiale di Roma, al tempo del suo trapasso al cristianesimo. Quando Costantino e Teodosio stabilirono per le lettere anonime alle autorità, fossero esse calunniose o veritiere, la pena di morte o la riduzione in schiavitù dell'autore. Ma non c'era ancora l'Onu.

E non c'era neanche Pisapia.

Commenti