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Chi usa i partigiani per riempire un vuoto

Chi usa i partigiani per riempire un vuoto

In genere i nomi delle vie vengono cambiati nelle epoche rivoluzionarie, o almeno nei momenti di grandi passaggi politici, sociali, culturali. È più che normale, dunque, che la rivoluzione bolscevica trionfante abbia abbattuto i simboli degli zar. E che, crollato il fascismo, siano state abbattute le statue del duce, che le vie intitolate ai Martiri della Rivoluzione Fascista siano diventate vie Giacomo Matteotti. Oltre che normale, fu naturale, ovvio, giusto. Ma qual è il senso di cambiare nomi alle strade, o addirittura sfregiare e abbattere monumenti, a oltre settanta anni dalla fine di quel passaggio, di quella rivoluzione? Ce lo chiediamo ogni volta che Boldrini o qualcun altro propone di cancellare la scritta dux dall'obelisco del Foro Olimpico, o propongono altri vezzi del genere. Ce lo chiediamo oggi, quando a 72 anni dalla morte di Mussolini (10 in più di quanti ne abbia vissuti), un tornante senza nome viene promosso a largo, Largo Partigiani Tremezzini.

Certo, non si tratta di un tornante qualsiasi: è quello in cui secondo una versione storiografica sempre più discussa sarebbero stati fucilati Benito Mussolini e Claretta Petacci. Niente da eccepire, se la targa fosse stata posta nel 1947, ma perché oggi, mi chiedo ancora? La risposta è apparentemente facile, e già mi sembra di sentirla pronunciate dagli strenui propagatori del banale: «Viviamo il pericolo di una destra che rialza il capo, Casa Pound, Forza Nuova, eccetera». Ma quale testa, ma quale rialzare, quale paura possono fare Forza Pound e Casa Nuova (sic) se non destò tanto allarme toponomastico il Movimento sociale italiano di Giorgio Almirante, con percentuali a due cifre alle elezioni? Si dirà, dunque, anche: «Bisogna contrastare, con l'esempio dei partigiani, le spinte oscurantiste dei grillini e dei salvini (sic), il loro sprezzo del sistema». Di nuovo, che c'entrano i partigiani, simbolo della lotta a una dittatura? La storia, come la natura, non permette salti. E allora la spiegazione è un'altra: il vuoto. Si cerca di colmare il vuoto - di idee, di slanci, di programmi - che affligge l'Italia del XXI secolo ripescando nobili arnesi, statue del santo da riportare in processione sperando di resuscitarne le virtù salvifiche, miracolose. Avviene a destra, con il rimpianto del duce, avviene a sinistra, continuando a abbattere le sue immagini, persino sugli accendini.

Non funzionerà. Da un lato si invochi pure il ritorno alla Difesa della Razza e all'aratro che traccia il solco, con tanto di spada che lo difende; dall'altro si grattino pure tutti gli obelischi che si vuole, si cambino i nomi di tutte le strade, si torni ai cerini: non è guardando indietro che si porterà avanti il Paese.

@GBGuerri

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