Politica

«La Chiesa non capisce» E sfregia due sacerdoti

I preti aggrediti al volto con un coccio di bottiglia Uno è grave. Fermato 42enne senza fissa dimora

Luca Fazzo

La paura fa irruzione nella basilica romana alle 18 dell'ultimo sabato del ponte di Natale, tra la folla dei fedeli: e per qualche minuto è forte l'angoscia di trovarsi di fronte a una riedizione italiana del dramma di Rouen, dove il parroco venne sgozzato davanti all'altare dalla furia di un estremista islamico. Invece la dinamica del dramma viene chiarita in fretta, e si scopre che a insanguinare la navata di Santa Maria Maggiore è un italiano al cento per cento, un ciociaro con problemi psichici che ieri decide di risolvere a colpi di cocci di bottiglia i suoi conti in sospeso con la società in genere e con la Chiesa in particolare.

L'uomo fa irruzione in chiesa, appare fin da subito in stato confusionale. Si fanno avanti in due, a cercare di farlo ragionare: uno è il vice prevosto di Santa Maria Maggiore, con lui c'è il prete addetto alla sagrestia. L'esagitato non sente ragioni, inveisce contro i due religiosi, poi li colpisce furiosamente. I due sacerdoti cadono a terra uno dopo l'altro in una pozza di sangue, cercando di chiedere aiuto. I soccorsi arrivano e portano entrambi i feriti all'ospedale più vicino, a preoccupare di più sono le condizioni del responsabile della sagrestia che è ricoverato in codice rosso. Insieme all'ambulanza arrivano i carabinieri, l'aggressore non ha cercato di fuggire, viene fermato e identificato. Basta poco per accertare che il fanatismo religioso non c'entra niente, l'uomo è noto da tempo ai servizi sociali per i suoi problemi di equilibrio mentale. «Non ce l'avevo con loro due, ma sono un incompreso, la Chiesa non mi ha capito», dice l'uomo dopo essere stato catturato.

Sono da poco passate le 18 quando Renzo Cerro sale la grande scalinata e penetra all'interno della basilica. È nato a Roccasecca, in provincia di Frosinone, 42 anni fa, e da anni i suoi problemi sono noti ai servizi sociali e ai carabinieri del paese di origine: ha avuto problemi di droga, è stato in carcere, poi è scivolato progressivamente in una sorta di schizofrenia. In passato ha chiesto aiuti e appoggi alla Chiesa, ma i tentativi di riportarlo su un percorso di normalità sono finiti in nulla. E ieri pomeriggio Cerro è un uomo disperato e senza controllo di se stesso, che si muove per Roma deciso confusamente a chiedere giustizia o a farsela da sé.

Solo oggi, forse, si scoprirà perchè prende di mira proprio Santa Maria Maggiore, nel rione Prati. La chiesa potrebbe avere richiamato la sua attenzione perché è una chiesa particolare, una sorta di enclave vaticana in territorio italiano, sotto il controllo diretto della Santa Sede, con a capo un cardinale, il polacco Stanislaw Ryilko, e nientemeno che il re di Spagna come canonico onorario. Anche per questo la basilica è controllata a vista da una camionetta dell'esercito. A quell'ora Santa Maria Maggiore è piena di gente, si sta celebrando la Messa e almeno duecento persone sono assiepate nei banchi. L'apparizione di Cerro viene subito notata da una parte dei fedeli, perché l'uomo dà evidenti segni di turbamento. Punta diritto contro don Angelo Gaeta, il responsabile della sagrestia, inveisce confusamente, richiama l'attenzione anche di padre Adolfo Ralph. Nella chiesa sono momenti di panico, Cerro colpisce entrambi i preti che cadono al suolo. Ma non cerca di fuggire.

Rimane lì, quasi inebetito.

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