Cronache

Chiesti 5 anni per Corona E lui si infuria: è una vergogna

Chiesti 5 anni per Corona E lui si infuria: è una vergogna

Milano Cinque anni di carcere per Fabrizio Corona, due anni e quattro mesi per la sua collaboratrice Francesca Persi. Alla fine di una concitata udienza, cominciata con l'ex agente dei vip che urlava «vergogna, voglio giustizia» e che veniva allontanato dall'aula, ieri sono arrivate le richieste di condanna del pm Alessandra Dolci.

Il presidente del collegio Guido Salvini ha poi permesso all'imputato di rientrare. «Si scusa - ha detto il difensore Ivano Chiesa -, ha perso la pazienza». Corona è accusato di intestazione fittizia di beni, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione. Al centro delle indagini, i 2,6 milioni di euro trovati dalla polizia in parte nel controsoffitto di Persi (più di 1,7 milioni quasi tutti in banconote da 500) e in parte in due cassette di sicurezza di una banca austriaca. Per il pm inoltre, Corona deve essere indagato per appropriazione indebita. L'inchiesta è partita a Ferragosto 2016, dopo che una bomba carta è scoppiata fuori casa dell'ex re dei paparazzi. «E con la messa sotto controllo del telefono della vittima: nessun fumus persecutionis dunque verso l'odierno imputato», ha sottolineato Dolci. Da qui, le conversazioni tra Corona e Persi ascoltate dagli inquirenti su quello che poi si è rivelato il «tesoretto» nascosto. Denaro che potrebbe essere, per la Procura, «provento di reati commessi in passato», come le distrazioni e il fallimento dell'agenzia Corona's. Milioni «occultati», come già successo altre volte, per evitare le verifiche dell'autorità giudiziaria. «Per metterli al riparo da accertamenti bancari e renderli non tracciabili. Questo è il suo modus operandi - ha sostenuto il pm -. È evidente che si tratta di soldi in nero. Ma lui ha spiegato, interrogato, che li aveva messi da parte per avere una sicurezza una volta libero se avesse dovuto trascorrere ancora anni in carcere. Questi soldi vengono dall'appropriazione indebita degli imputati ai danni della società Atena. Loro sostengono di averli portati all'estero con l'intenzione poi di pagarci le tasse. Spiegazione non credibile. Era il tesoro personale di Corona». La tesi della difesa è invece che Persi fosse una «mera custode» e che i soldi fossero frutto solo del «nero» guadagnato con serate e campagne. «Fabrizio è un gran lavoratore - ha detto Persi fuori dall'aula - e non abbiamo ammazzato nessuno». L'altro difensore di Corona, Luca Sirotti, ha spiegato: «Dal pm sono arrivate ipotesi suggestive.

Ma la realtà è che siamo di fronte a somme generate in modo del tutto lecito».

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