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Ci sono già 50mila "quotisti" Scoppia la lite sul decretone

Salvini festeggia le adesioni a Quota 100: «Non ditelo alla Fornero». Ma tra M5s e Lega l'accordo è lontano

Ci sono già 50mila "quotisti" Scoppia la lite sul decretone

La pensione anticipata del governo gialloverde decolla e sfonda quota 50mila. A rilanciare la notizia ieri è stato il vicepremier Matteo Salvini via Twitter. «Cinquantamila italiani hanno scelto il diritto alla pensione con quota 100, in poco meno di un mese (ma non ditelo alla Fornero)». La possibilità di anticipare il ritiro dal lavoro a 62 anni di età a patto di avere versato contributi per 38 anni sta raccogliendo adesioni crescenti fin dall'inizio. Il conteggio dell'Inps a poco meno di 20 giorni è arrivato a quota 49.922 domande, delle quali 17.077 da lavoratori pubblici.

Per i dipendenti dello Stato c'è l'interesse a fare in fretta, soprattutto gli insegnanti hanno a disposizione una finestra limitata, fino al 28 febbraio.

Confermata la prevalenza di uomini, segnalata a suo tempo dal presidente dell'Inps Tito Boeri. Oltre 38 mila domande provengono da lavoratori che vogliono anticipare la pensione. Confermata anche la prevalenza del Sud, con Roma in testa (3.875 domande nei primi venti giorni), poi Napoli (2.393) e Milano (1.895), Palermo e Torino (1.251).

Il vantaggio del Sud potrebbe assottigliarsi nei mesi successivi, quando saranno esaurite le domande della scuola che rappresenta una fetta consistente del pubblico impiego.

Secondo le previsioni di Boeri alla fine il Nord raccoglierà il 42% delle domande, contro il 33% del Sud e delle isole.

Il decretone che regola Quota 100 e il reddito di cittadinanza è in vigore da venti giorni, ma in Parlamento è in corso la conversione. Ieri la commissione Lavoro del Senato ha votato alcuni emendamenti, dopo una seduta movimentata con tanto di sospensione dei lavori a causa delle proteste delle opposizioni che chiedevano di esaminare subito le proposte di modifica che riguardano la platea degli interessati del Reddito di cittadinanza.

Unica decisione di rilievo, la rinuncia del Movimento 5 stelle all'emendamento che prevedeva il taglio delle pensioni per i sindacalisti. La proposta di rivedere i contributi legati agli anni di attività sindacale era stata bocciata anche dalla commissione Bilancio.

Rinviato lo scontro sul reddito di cittadinanza con la Lega che ha rinunciato in parte a rendere temporaneo il sussidio caro al Movimento 5 stelle, anche se il sottosegretario all'Economia Massimo Garavaglia tiene il punto sui rinnovi, escludendo che possano essere infiniti, visto che si tratta di un sostegno a chi cerca lavoro. Per il M5s va invece preservata al caratteristica di un sussidio, magari non universale, ma riconosciuto ad una platea che sia la più ampia possibile. Nodi difficili da sciogliere prima delle elezioni europee.

L'accordo nella maggioranza, insomma, non è a portata di mano. «La commissione Lavoro ma soprattutto il Paese sono purtroppo in mano a una banda di millantatori.

Il rinvio delle votazioni sul cosiddetto decretone che riguarda i provvedimenti bandiera della maggioranza, come quota 100 e reddito di cittadinanza, ha una sola motivazione: altro che coperture, manca l'accordo politico tra Cinque stelle e Lega», ha attaccato la senatrice di Forza Italia Roberta Toffanin.

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