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Cia, è caccia alla talpa. E i big di Silicon Valley ora giocano in difesa

L'intelligence americana apre un'inchiesta Da Apple a Microsoft imbarazzo per le falle

Cia, è caccia alla talpa. E i big di Silicon Valley ora giocano in difesa

New York - È partita immediatamente la caccia alla talpa negli Stati Uniti dopo la pubblicazione di migliaia di file della divisione cibernetica della Cia da parte di Wikileaks, per scoprire come i documenti dell'agenzia di intelligence siano finiti nella mani del sito fondato da Julian Assange. Ed esplode l'ira della Casa Bianca: secondo il portavoce Sean Spicer è qualcosa che «mina il nostro Paese e la nostra sicurezza», e per cui il presidente è «estremamente preoccupato». Ma sono sul piede di guerra (questa volta contro gli 007 Usa) anche le aziende tecnologiche della Silicon Valley, da Apple a Samsung, passando per Microsoft. Sul caso è stata già aperta un'inchiesta federale da Fbi e Cia con l'obiettivo di scoprire se dietro la fuga di dati e notizie che ha innescato il nuovo scandalo ci sono dipendenti o contractor federali. Oltre a cercare di verificare se Wikileaks abbia in mano altri documenti non pubblicati. Una delle preoccupazioni principali del governo, poi, è la possibile divulgazione di codici segreti che svelano come vengono compiute le operazioni dell'agenzia, di cui altri hacker potrebbero impossessarsi per provocare il caos.

Gli hacker stanno attaccando sempre di più i «nostri diritti fondamentali», ha tuonato il direttore dell'Fbi, James Comey, che in questi giorni è pure al centro dello scontro con il presidente Donald Trump sulle presunte intercettazioni di Barack Obama alla Trump Tower, e ha assicurato che nonostante le pressioni non andrà da nessuna parte: «Siete incastrati con me per i prossimi sei anni e mezzo». Per l'ex direttore della Cia Michael Hayden, invece, la fuga di notizie è «incredibilmente dannosa» e «ci mette a rischio». «Ritengo che Julian Assange sia un nemico degli Stati Uniti, e questo va tenuto a mente nel valutare le cose che dice - ha spiegato -. Solo perché abbiamo la capacità di entrare in questi dispositivi, Samsung o iPhone, non vuol dire che lavoriamo contro gli americani». Nonostante fonti dei servizi Usa abbiano confermato alla Cnn che ogni raccolta di informazioni è legale, ed è sempre stata condotta contro obiettivi all'estero, si profila un nuovo scontro tra le società hi-tech colpite dagli hacker della Cia e l'intelligence.

«Molte» delle vulnerabilità del sistema operativo degli iPhone sono già state risolte, eliminate «con l'ultimo aggiornamento» del software, ha spiegato Apple in una nota, sottolineando di essere «profondamente impegnata nella difesa della privacy e della sicurezza» dei suoi clienti. Cupertino ha poi ribadito che quella «integrata negli iPhone odierni rappresenta la migliore tecnologia di sicurezza dei dati disponibile per i consumatori», e la società è «costantemente al lavoro per far sì che rimanga tale». «Continueremo a lavorare per affrontare con rapidità ogni altra vulnerabilità identificata», ha assicurato, raccomandando al popolo della Mela di scaricare l'ultima versione di iOS, ad oggi utilizzata dall'80% degli utenti, «per essere sicuri di avere gli aggiornamenti di sicurezza più recenti». Anche la sudcoreana Samsung, le cui televisioni di ultima generazione sarebbero state utilizzate per spiare le conversazioni in case e uffici, «sta indagando», e ha affermato che «la protezione dei clienti resta la priorità delle priorità». Microsoft, da parte sua, ha garantito che i propri esperti «stanno studiando il rapporto di Wikileaks» per capire quali possano essere i problemi reali per il sistema operativo Windows.

Ma il Ciagate rischia di creare tensioni anche a livello internazionale: secondo la stampa britannica, infatti, c'è anche la complicità dell'MI5, i servizi segreti interni di Sua Maestà. In particolare, ha spiegato il Daily Mirror, il ruolo degli 007 di Londra è stato quello di infiltrare le tv Samsung, trasformate in un Grande Fratello in grado di carpire immagini o conversazioni. E la Germania sta indagando su alcune delle ultime rivelazioni, da cui emerge che gli hacker della Cia che operano in Europa, Africa e Medioriente, hanno o hanno avuto la loro base nel consolato Usa di Francoforte.

Un aspetto che potrebbe creare problemi a Trump, che il 14 marzo incontrerà la cancelliera Angela Merkel alla Casa Bianca.

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