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Cia in crisi: colpa di Obama e dello spionaggio in appalto

Le agenzie private d'intelligence Usa si spartiscono una torta da 16 miliardi e impiegano 45mila persone

Cia in crisi: colpa di Obama e dello spionaggio in appalto

Dimenticate telefonini e televisori capaci di spiare anche l'angolo più recondito del vostro privato. Il vero segreto delle ultime rivelazioni di Wikileaks non sono le diavolerie hi-tech della Cia già immaginate, peraltro, nei film di James Bond. Il vero segreto nascosto in quelle 7818 pagine sono le conseguenze della privatizzazione dell'intelligence voluta dall'amministrazione Obama. Una privatizzazione che ha messo l'intelligence statunitense nelle mani di un ristretto gruppo di aziende trasformandola in un ingestibile paradosso. Il cui simbolo più eclatante è una Cia nata per tutelare i segreti dell'America, ma incapace ormai di proteggere persino i segreti dei propri laboratori. Dietro le fantascientifiche sperimentazioni del «Direttorato dell'Innovazione Digitale» (Ddi) di Langley messe in piazza da Wikileaks aleggia il problema, molto più serio, dell'intelligence outsourcing, ovvero l'appalto dei settori tecnologicamente più evoluti dello spionaggio a compagnie private. Il processo, iniziato già dopo l'11 settembre, ha raggiunto proporzioni senza precedenti nell'era Obama.

Secondo rivelazioni risAlenti al 2015 l'intelligence outsourcing rappresentava già due anni fa una torta da 16 miliardi di dollari, capace di dar lavoro ad oltre 45mila dipendenti privati. Ma l'intrinseca pericolosità del sistema sviluppato e incoraggiato dall'amministrazione democratica è legato alla concentrazione di questo affare nelle mani di una ristretta elite di grandi aziende. Secondo il giornalista e scrittore Tim Shorrock autore di «Spies for Hire: The Secret World of Intelligence Outsourcing» (Spie in affitto, il mondo segreto dell'intelligence su appalto) nell'era di George W. Bush la torta era molto più contenuta e andava spartita tra un numero molto ampio di piccole e medie aziende dell'hi-tech e della Difesa. Oggi, invece, l'80 per cento di una torta diventata pluri-miliardaria è controllata da Leidos, Booz Allen Hamilton, Csra, Saic e Caci International, cinque super aziende trasformatesi nei numi tutelari della sicurezza americana.

Nei palazzi e nei centri di ricerca di questi colossi, su cui il governo federale ha un controllo ormai limitato, si celano rivalità e invidie, frustrazioni e avidità capaci d'indurre dirigenti o semplici dipendenti a mettere l'interesse aziendale e personale al di sopra di quello statale. O più banalmente a utilizzare i segreti con cui vengono a contatto quotidianamente come strumento di rivalsa economica o personale. Alle dipendenze di Booz Allen Hamilton, una delle cinque «grandi», lavorava, dopo il congedo dalla Cia, Edward Snowden, la talpa informatica fuggita a Mosca nel 2013 dopo aver svelato a Wikileaks i programmi per le intercettazioni telefoniche e la sorveglianza internet su scala globale.

E non a caso fonti dell'intelligence citate ieri dal New York Post ammettono che dietro le devastanti rivelazioni di Wikileaks non c'è «il lavoro di una potenza ostile come la Russia, ma quello di un insider scontento».

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