Politica

Il cibo? I profughi lo gettano in strada

«La cena fa schifo»: così gli ospiti (gratuiti) di un residence di Eraclea buttano i vassoi dalla finestra

Eraclea (Venezia)Non bastava una piccola località balneare trasformata in una pentola a pressione dalla promiscuità tra profughi e turisti. Non bastavano le prenotazioni cancellate, il danno di immagine, il crollo del giro d'affari, la rabbia per albergatori ed esercenti costretti a fare i conti con l'emergenza immigrazione e il degrado, dove a fare soldi sono rimasti solo le coop. Nella minuta Eraclea, un tempo gettonata località balneare del litorale veneto, oggi soffocata da un'ondata di richiedenti asilo che nelle scorse settimane ha toccato quota 300, scoppia una nuova, violenta, protesta. Inscenata dagli stessi migranti ospitati in residence con aria condizionata, balcone e in qualche caso di televisione. Motivo? Non gradiscono il menù che propone la casa, ed è il caos. Urla, rabbia, insulti, cibo e vassoi gettati per strada come spazzatura.

Eccola la sollevazione che domenica sera all'ora di cena ha richiesto l'intervento d'urgenza del prefetto Domenico Cuttaia e delle forze dell'ordine accorse al residence «Mimose», dove da inizio stagione continuano ad albergare gratis centinaia di migranti. Prima le grida. Poi la ribellione è sfociata nel lancio dei vassoi nella zona mensa della struttura, tanto da far temere che la situazione potesse sfuggire di mano. Gli alimenti distribuiti dalla cooperativa Solaris, che gestisce l'accoglienza nel residence con i soldi dello Stato - 33 euro al giorno a immigrato - non soddisfano il palato dei richiedenti asilo. La pasta servita in tavola è scadente. Quanto basta per buttarla, con sprezzo, nel cortile. Niente male per migranti in fuga da guerra e fame.

Se lo stesso governatore Luca Zaia aveva allertato che «non si tratta di profughi ma di emigranti che hanno capito da tempo quanto sia facile restare in Italia anche se non verrà accettata la loro richiesta di asilo. Così sono proprio i profughi veri a rischiare di fare le spese di quest'invasione», ora la tensione è alle stelle. Il clima, in tutta la regione, ormai è all'esasperazione. Eraclea è una bomba sociale a orologeria, la rabbia corre tra i residenti e villeggianti, che di sera hanno paura a uscire di casa. La cittadina, dove c'è pure chi aveva investito nel mattone, che nei mesi scorsi aveva comprato un appartamento proprio alle Mimose e ora vede crollare vertiginosamente il valore dell'investimento, rischia di diventare una nuova Quinto di Treviso. Il sindaco, Giorgio Talon, è stremato. Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia è furiosa: «A chi si lamenta e nel 90% dei casi non ha diritto all'asilo politico, e alle "solidali” cooperative che hanno trasformato l'immigrazione un business, ricordo che lo Stato italiano spende 30 euro al giorno per immigrato. Soldi che l'Italia non prevede invece per i suoi anziani, per i disoccupati, per le famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese e a mettere in tavola la cena». Poi, la deputata a Matteo Renzi: «Al Governo invece chiedo: avete già messo in ginocchio Eraclea, la sua immagine di località turistica e gli operatori del settore con le vostre folli politiche sull'immigrazione. Dopo l'ennesima protesta di ieri continuerete a dormire o vi svegliate?».

Un film già visto, con la rivolta dello scorso 13 luglio, quando un centinaio di presunti profughi aveva occupato una strada nel centro della città balneare per protestare contro il trattamento riservato dagli «albergatori»: nel mirino degli ospiti ancora una volta pasti ritenuti insufficienti e condizioni igieniche scarse.

Intanto gli operatori turistici pensano già di rivolgersi a un legale per chiedere un risarcimento di una stagione andata in fumo.

Commenti