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Il circo No Cav a fine corsa: anche Santoro cola a picco

Il tandem Travaglio-Vauro non funziona più. Nella prima puntata di Servizio Pubblico l'anchorman di La7 perde un milione di telespettatori. La partita contro Virus è aperta

Il circo No Cav a fine corsa: anche Santoro cola a picco

Santoro dimezzato. O, se preferite, Santoro a mezzo Servizio (pubblico). Il 5,78 per cento di share con un milione e 200mila telespettatori corrisponde giusto alla metà dell'11,43 per cento e 2 milioni 460mila spettatori conquistati dal conduttore di La7 un anno fa. Il risultato dell'altra sera fa risaltare anche l'ottima tenuta di Virus - Il contagio delle idee di Nicola Porro, assestatosi al 4,02 per cento (910mila spettatori), con una riduzione appena dello 0,76 per cento rispetto alla settimana scorsa, quando Servizio Pubblico non era in onda. Ci si aspettava un divario maggiore: invece tra i due «approfondimenti» del giovedì c'è partita, eccome. Il tonfo del programma di La7 è poi ancora più rumoroso, trattandosi della prima stagionale, il cui lancio aveva goduto di una serie di promo studiati per il countdown. Anche la pubblicazione di un post sul sito del programma in cui Santoro criticava «l'overdose dei cosiddetti talk», parlava di «rigetto» da parte del pubblico e invitava a diffidare delle imitazioni, doveva servire ad accendere i riflettori sull'esordio della sua ultima annata. Coerente con questa analisi, arrivando quando i presunti imitatori erano in onda da qualche settimana, Michelone ha provato a spiazzare il suo pubblico, tenendosi fuori dalla contesa sull'articolo 18, il jobs act e la faida tra Renzi e la minoranza Pd, per dedicarsi al tema della sicurezza, solitamente di notevole appeal popolare. Soprattutto, come annunciato più volte ed evocato con le sedie rovesciate sul parterre dello studio, ha modificato in profondità la liturgia del programma. Anticipando la satira di Vauro e ritardando l'intervento di Travaglio, nella speranza di trarre vantaggio dall'attesa del momento clou della serata, seguito dal contraddittorio con il direttore del Giornale , Alessandro Sallusti. Speranza in parte confermata visto che dalle 23,30 lo share è salito dal 7 al 9,30 per cento, alzando una media che altrimenti sarebbe stata ancora più bassa. In mezzo, altre novità, a cominciare dall'intervista dello stesso Santoro a Federica Pagani, vedova di Pietro Raccagni, morto in seguito a una rapina nella sua casa di Chiari, nel bresciano. Anche nella scelta degli ospiti (Viviana Beccalossi di Fratelli d'Italia, lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio, un carabiniere del Cocer e un ex spacciatore ora volontario nel Rione Traiano di Napoli) si vede lo sforzo di riscrivere il copione del talk classico. Il lungo e fumoso monologo di Sabina Guzzanti nel tentativo di spiegare le ragioni de La Trattativa , film da lei diretto e interpretato, non è invece servito ad arrotondare il magro bottino.

Certo, è la prima puntata. Tuttavia, se dopo diMartedì e Ballarò anche Servizio Pubblico floppa, qualcosa vorrà pur dire. Urbano Cairo non ne è convinto: «Tutte le sere gli approfondimenti raggiungono una quota del 10/11 per cento di share», ragiona l'editore pensando al bilancio. Pensando invece all'Auditel blasonato di Santoro forse è il caso di porsi un interrogativo più specifico.

Oltre alla crisi dei talk show, non sarà che lui stesso è legato a un'epoca avviata al tramonto? Alle prossime puntate.

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