Cronache

Clandestino vuole violentarla. Lei lo fa fuggire con lo spray

Nigeriano con precedenti per violenza sessuale tenta l'abuso in stazione a Milano. Ma la vittima lo incastra

Clandestino vuole violentarla. Lei lo fa fuggire con lo spray

In Italia dal 2007, fotosegnalato a Catania e a Caltanissetta, clandestino, in 11 anni un solo domicilio in provincia di Milano dove da mesi risulta irreperibile, precedenti per violenza sessuale in concorso (ma anche per furto e spaccio) che risalgono ad appena otto mesi fa, un'istanza di protezione internazionale in qualità di rifugiato rifiutata già due volte dalla commissione territoriale ma tuttora in via di definizione per una terza, tenace richiesta e, infine, il vizio della menzogna: in entrambi i casi di violenza per cui è stato fermato ha sempre negato di essersi avvicinato alle sue vittime per «proporsi» in maniera esplicita, suggerendo agli investigatori di essere stato guidato da un innocuo «desiderio di fare amicizia», «frainteso» da donne inesplicabilmente «spaventate».

Stavolta però gli è andata peggio del novembre scorso quando, insieme a un connazionale e sempre approfittando dell'ora tarda e dei pochi viaggiatori, ha approfittato di una bella professionista trentenne su una carrozza di un treno che, partito (anche allora!) dalla stazione Garibaldi di Milano andava a Lecco. Stavolta c'è anche un video a sconfessare quest'energumeno nigeriano di 31 anni, arrestato il 30 luglio all'ingresso della linea 2 della metropolitana alla stazione Garibaldi e ora rinchiuso a San Vittore con l'accusa di violenza sessuale dopo un bel lavoro investigativo tra la compagnia Duomo e la stazione Moscova dei carabinieri e la Polfer di Milano. E poi c'è la sua vittima, una 25enne della provincia di Como, fortemente motivata a evitare che quanto le è accaduto possa ripetersi.

Lei è una barista che lavora in un locale di corso Como, la via più nota della movida sotto la Madonnina e che la mattina del 20 luglio, poco dopo le 4.30, ha raggiunto la vicinissima stazione Garibaldi per prendere il treno e tornarsene finalmente a casa. Carina, minuta, capelli sulle spalle, pantaloni della tuta e t-shirt nere, scarpe da ginnastica, la ragazza sta per salire sulla scala mobile per raggiungere il binario, quando il nigeriano - jeans e maglietta chiara smanicata - la blocca per un braccio cercando un approccio molto esplicito. La lascia subito, però, dissuaso dalla presenza di altre persone. Claudicante per una contusione al ginocchio (particolare che poi ne faciliterà l'individuazione), l'africano raggiunge la ragazza sul binario. «Ah ecco dov'eri!» le sussurra, mentre la prende per i fianchi e le tocca il sedere, rinnovando il suo invito. La giovane si ritrae. Come ammetterà più avanti, è «spaventatissima», ma riesce a fingere con l'extracomunitario di voler solo rallentare i tempi. Così gli chiede di darle prima il suo numero di telefono, di lasciarle il polso... Poi in un istante, velocissima, scatta verso le scale e l'uscita della stazione. L'uomo la raggiunge con fatica, lei si gira verso di lui estraendo dalla borsetta uno spray urticante che gli nebulizza sugli occhi, accecandolo.

Mentre lo straniero si riprende e ovviamente sparisce, la 25enne trova riparo negli uffici della Polfer, racconta per sommi capi e si riserva di sporgere denuncia non appena tornerà a casa, alla compagnia dei carabinieri di Cassano d'Adda che interessano immediatamente i colleghi milanesi. La descrizione dettagliatissima e molto scrupolosa della ragazza, unita ai filmati delle telecamere di videosorveglianza della stazione Garibaldi, permettono ai carabinieri di mettere in relazione dei dati antropometrici - riguardanti l'altezza, la corpulenza e le caratteristiche facciali del nigeriano - a un elenco di oltre un centinaio di soggetti simili arrestati negli ultimi tempi nell'area dell'aggressione e per reati simili le cui foto vengono riunite in un album. La giovane barista riconosce senza esitazione l'uomo che l'ha aggredita e lui viene arrestato dieci giorni dopo proprio dalla Polfer. In quella stessa stazione dove l'aveva assalita.

E dove continua a tornare.

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