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Clima, l'Europa sfida gli Usa E Trump schiera gli scienziati

L'Ue: rispetteremo gli accordi di Parigi. In un manifesto gli esperti danno quattro volte ragione al presidente

Clima, l'Europa sfida gli Usa E Trump schiera gli scienziati

New York Il mondo lo condanna, il suo popolo lo applaude. Mentre continua il fuoco incrociato di critiche a Donald Trump per la decisione di sfilare gli Stati Uniti dall'accordo sul clima di Parigi, i suoi sostenitori scendono in piazza per manifestare l'appoggio al loro presidente. Il fatto che Trump abbia rispettato la promessa di uscire da Cop 21, uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale, li ha galvanizzati. L'appuntamento è davanti alla Casa Bianca per festeggiare il ritiro degli Usa al grido di «Pittsburgh, non Parigi», slogan che riprende uno dei commenti del tycoon il quale, a difesa della sua decisione, ha ricordato di essere stato «eletto per rappresentare i cittadini di Pittsburgh, non di Parigi». Alla manifestazione, organizzata con poche ore di preavviso dal comitato repubblicano della contea di Fairfax e dal partito repubblicano della Virginia, sono presenti qualche centinaio di persone, che plaudono al presidente perché «si occupa dei problemi importanti per l'America». «Sta facendo bene, sta mantenendo quello che ha promesso», spiegano. Nel frattempo, un gruppo di esperti ha stilato un manifesto con quattro ragioni per le quali The Donald ha avuto ragione a dire addio a Cop 21. Innanzitutto, a loro parere, le regole energetiche approvate a Parigi dall'amministrazione Obama causerebbero la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, danneggerebbero la produzione americana e distruggerebbero 2,5 miliardi di dollari di Pil entro il 2035. In secondo luogo rimanere nell'intesa, e quindi partecipare al fondo per il clima che punta a raccogliere 100 miliardi di dollari entro il 2020, sarebbe costato parecchio ai contribuenti Usa. Ritirarsi, invece, è stata una dimostrazione di leadership da parte del presidente, e infine è positivo per la competitività, poiché nulla vieta agli americani di continuare a investire nelle nuove tecnologie energetiche, un mercato che dovrebbe crescere di un terzo entro il 2040.

Al coro dei detrattori, invece, si è unito Arnold Schwarzenegger, che in un lungo videomessaggio su Facebook si è rivolto direttamente al Commander in Chief: «Un uomo solo non può distruggere il progresso, non può fermare la nostra rivoluzione verde, non può tornare indietro nel tempo». «Solo io posso», ha poi aggiunto l'ex governatore repubblicano della California tornando a vestire per qualche secondo i panni di Terminator. «Come presidente la responsabilità primaria e più importante è proteggere il tuo popolo - ha continuato -. Non possiamo restare fermi di fronte alle persone che muoiono a causa dell'inquinamento». E l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg ha assicurato che «gli americani non si allontaneranno dall'accordo, anzi accadrà l'opposto, e Washington non potrà fare nulla per fermarli». Nelle stesse ore anche gli anti-Trump sono scesi in piazza, questa volta tornando a cavalcare lo scandalo del Russiagate e chiedendo una commissione di indagine indipendente. E pure in Europa continua la strenua difesa a Cop 21: il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha annunciato che nell'ordine del giorno della prossima plenaria a Strasburgo sarà inserito un dibattito sull'intesa di Parigi. «Pacta sunt servanda, l'accordo deve essere rispettato - ha detto Tajani -. Ritirarsi è un errore per gli Usa, per il pianeta, per l'innovazione e per la creazione di nuovi posti di lavoro.

Siamo noi ad avere la responsabilità di lasciare un pianeta più sicuro alle future generazioni».

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