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Coach, dal baseball alle passerelle

Coach, dal baseball alle passerelle

Si chiama Coach, ovvero allenatore, il primo marchio di borse e accessori in pelle sul mercato americano e il secondo su quello asiatico: un colosso. È stato fondato nel 1941 a New York da due gentiluomini che cucivano a mano guantoni da baseball in un appartamento privato trasformato in laboratorio artigianale. Decidono di fare qualche borsa con la stessa pelle morbidissima e le inconfondibili cuciture a grossi punti di cotone. Il successo è immediato e da quel momento in poi inarrestabile anche perché con gli stessi stilemi cominciano a fare scarpe, stivali, piccola pelletteria e articoli da regalo. Adesso Coach è un marchio globale che comprende una bella collezione disegnata da Stuart Vevers, giovane designer inglese con un vero e proprio talento nel trattare la pelle. Per la collezione del prossimo inverno presentata l'altro giorno nello show room affacciato sull'Hudson River ghiacciato si è ispirato ai tipici elementi dello street style: le bandane con i teschi dei motociclisti, le bandiere, le giacche a quadrettoni, il biker e il montone dei cercatori d'oro del Klondike.

Il tutto nei raffinati toni del vestire metropolitano: nero, grigio, giallo taxi e ghiaccio sporco che inzacchera i calzoni del popolo della moda alla fashion week. Con questo immaginario che tutti i giorni entra nelle nostre case grazie ai telefilm CSi oppure Castle Vevers (ex designer per il marchio spagnolo Loewe) ha costruito deliziose gonnelline a pieghe, grossi pullover (molto desiderabile quello con l'American flag nera e grigia tricottata davanti) e l'indispensabile montone a pelo lungo. Più delle borse ci hanno colpito gli stivaloni da motociclista foderati in pelo, e quelli tipicamente americani con la tomaia a conchiglia dello storico modello L.L.Bean.

Da noi non sono ancora sbarcati in grande stile (vendono da 10 Corso Como a Milano e in qualche altro negozio superselezionato) ma vogliono aprire presto una boutique monomarca nel quadrilatero milanese per poi cominciare la lunga marcia.

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