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Il Colle: «No ad azioni unilaterali» E la Pinotti se la prende con Renzi

RomaBombardare l'Isis? Armare i Tornado che da un annetto sorvolano l'Irak? Perché no, fanno sapere da Palazzo Chigi, del resto i nostri aerei già partecipano alle azioni militari «illuminando» gli obbiettivi che gli alleati poi colpiscono. Ce lo ha chiesto Bagdad, quindi, a differenza del caso siriano, «c'è una cornice legale». E soprattutto adesso ce lo domanda Washington. Il segretario alla Difesa Ashton Carter in queste ore è in Italia, ha incontrato Roberta Pinotti e oggi sarà pure al Quirinale. Quale migliore occasione per fare buona figura, deve aver pensato qualcuno alla presidenza del Consiglio, cosa c'è di meglio che far filtrare la notizia che il «salto di qualità» del nostro impegno è questione di ore?

Tutto fatto, allora? Alla fine degli anni Novanta il governo D'Alema nacque anche perché la Nato doveva intervenire in Kosovo e il supporto italiano era essenziale. Stavolta forse saremmo meno decisivi, però la collaborazione attiva di Roma è ugualmente richiesta. Peccato che la Pinotti, almeno sul cambio immediato delle regole d'ingaggio, sia presa alla sprovvista. «Sono solo ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento», si legge in un comunicato. «Come al solito tra noi e Palazzo Chigi c'è un problema di comunicazione», commenta amareggiata una fonte di Palazzo Baracchini.

Senza considerare i risvolti politici di una simile scelta. Sel è in rivolta, Grillo parla di «azione di guerra». In serata la Pinotti e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferiscono alla commissioni riunite di Camera e Senato sullo stato delle missioni in corso. Spiega Nicola Latorre, presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama: «Come è noto l'Italia è parte di una coalizione internazionale, è già impegnata con un'azione non attiva in termini di bombardamento, ci è stata fatta una richiesta in tal senso e il governo dovrà valutare questi aspetti e soprattutto preventivamente informare il Parlamento. Allo stato non c'è nessuna decisione». Quanto alle regole d'ingaggio, «non sono cambiate». Conclusione: «Escludo che il via libera al bombardamento possa essere già stata autorizzato».

L'Irak «non ha ancora ricevuto comunicazioni da Roma» su una sua possibile partecipazione ai raid, dice l'ambasciatore iracheno Saywan Barzani, ma l'Italia «c'è già e collabora fin dall'inizio alla coalizione guidata dagli Usa, con operazioni fondamentali di sorveglianza dei cieli». Quindi «tutti quelli che possono contribuire sono benvenuti».

Ma se avverrà, non sarà una questione di ore. «Certe cose non si comunicano alla stampa, vengono decise in Parlamento», avverte Maurizio Gasparri. Sulla carta in favore dell'intervento c'è una maggioranza ampia e la sinistra del Pd non sembra intenzionata ad opporsi. Dice Miguel Gotor: «Occorre comunque un passaggio parlamentare. Ma nell'ambito di una coalizione internazionale che chiede maggiore responsabilità, il Pd non potrà sottrarsi». Grillo chiede l'intervento del Colle: «Mattarella non ha nulla da dire al riguardo, Presidente, dove sei?». Il capo dello Stato, intevistato dalla russa Tass, risponde così: «Per sconfiggere il terrorismo fondamentalista è necessaria una risposta di collaborazione di tutti i Paesi nell'ambito della comunità internazionale.

Iniziative unilaterali non riescono a risolvere il problema». Ce l'ha con Putin?

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