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Il Colle si prepara all'assedio gialloverde

Mattarella per ora media tra governo e Ue. Ma pianterà i suoi paletti

Il Colle si prepara all'assedio gialloverde

Roma Mattarella nel mirino gialloverde? Assalto a un presidente troppo europeista? Sul Colle si ostenta calma olimpica. «Non ci sono sacchi di sabbia», spiegano, e nessuno ha indossato l'elmetto, anzi il capo dello Stato va avanti sulla sua «linea patriottica» a difesa della nazione e invita al dialogo: «All'Italia serve la sinergia delle istituzioni». Eppure da qualche giorno la maggiorana ha ripreso a bombardare il quartier generale. Si tratta, secondo alcuni osservatori, della risposta trasversale del governo alla bocciatura del Def: si sposta il conflitto nel Paese e si attacca la sua più alta istituzione. Della serie: noi vogliano rilanciare l'Italia, però i vecchi poteri, le burocrazie interne e internazionali, non ci lasciano lavorare.

L'assedio è cominciato domenica, con l'arringa di Beppe Grillo dal Circo Massimo. «Dovremmo togliere i poteri al Quirinale, riformarlo. Un capo dello Stato che presiede Csm e forze armate non è più in sintonia col nostro modo di pensare». Poi, dopo il no di Bruxelles alla manovra e la replica di Conte, Mattarella ha invitato Palazzo Chigi a «rispettare l'equilibrio di bilancio» per non mettere a rischio famiglia, imprese e risparmi». L'intervento non è piaciuto a due giornali vicini alla maggioranza. «Mattarella con l'Europa e contro la manovra», titola il Fatto Quotidiano che accusa il Colle di fare da «sponda» al rigorismo della Commissione. E La Verità sostiene che il capo dello Stato gioca contro: «Inevitabile che le sue parole venissero lette come una bacchettata al governo. Brutto segnale, dopo un pomeriggio di aggressioni da Bruxelles». Prove generali dell'attacco? Se si aggiunge il gelo con Salvini e il rapporto altalenante con Di Maio, che a maggio chiese l'impeachement, il cerchio è chiuso.

Il presidente è «sereno», però non ha intenzione di farsi «schiacciare sull'Europa», né vuole fare il parafulmine. In questi giorni si è speso per mediare tra Roma e Bruxelles. Quando ha ricevuto Moscovici ha messo in chiaro che non si può pensare di «umiliare» l'Italia, che va tutelata anche dalle esternazioni di alcuni leader europei. Noi abbiamo Salvini e Di Maio ma, quanto a sovranisti antieuropei, nell'Unione c'è di peggio, basta pensare a Orban, Kurz e Kaczinsky. Mattarella, eletto da una maggioranza diversa, sa di non essere in sintonia con l'attuale stagione, anche se ha favorito la volontà popolare facendo nascere l'alleanza Lega-M5s. Ma a rinunciare al suo «ruolo istituzionale» non ci pensa nemmeno. Il presidente, ha ricordato l'altro giorno, «ha il dovere costituzionale di indicare gli indirizzi fondamentali nell'interesse della nazione contro ogni smarrimento costituzionale, ogni deviazione, ogni inerzia».

Insomma, attaccatemi pure, io saprò rispondere.

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