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Il Colle teme la guerra con Parigi

È scontro: Mattarella in campo per evitare l'isolamento

Il Colle teme la guerra con Parigi

Roma - Una carta geografica presa da Google Maps, uno zoom sulla Costa Azzurra, un ampio cerchio rosso che abbraccia Marsiglia e Tolone. È lassù, in Francia, twitta Luigi Di Maio, che dovete sbarcare. «La Sea Watch, che sta navigando verso la Sicilia, avrà da parte del governo, qualora ne avesse bisogno, supporto medico e sanitario. Dopo di che, invito a puntare la prua verso Marsiglia, anziché aspettare inutilmente nelle nostre acque per giorni». E Matteo Salvini arriva a parlare di provocazione: «La linea non cambia, siamo pronti a mandare medicine ma i porti sono e resteranno chiusi».

De Bello Gallico, capitolo sette: ormai è ufficiale, abbiamo un nemico alle porte di casa, sarà un perfetto bersaglio durante la campagna elettorale gialloverde per le europee. Le diplomazie sono al lavoro, il ministro degli Esteri Enzo Moavero cerca di circoscrivere il focolaio parlando di «propaganda» e il suo collega all'Economia Giovanni Tria assicura che «nessuno cerca lo scontro con Parigi». Al Quirinale circola una certa preoccupazione perché così, nonostante gli sforzi di Sergio Mattarella, l'Italia «rischia l'isolamento», come dimostra il vertice franco-tedesco di martedì scorso a Aquisgrana. Tentativi inutili, almeno finora: anzi, i fronti si allargano di giorno in giorno.

Le ostilità con Parigi erano cominciate a giugno, quando Conte e Macron se ne erano dette di tutti i colori per il caso della nave Aquarius e l'Eliseo aveva definito «vomitevole e cinico» il comportamento italiano. Poi gli scontri erano proseguiti sulle politiche europee per l'immigrazione e sulle scelte industriali.

Ora, dopo qualche settimana di tregua, il conflitto si è riacceso. Ormai non c'è più un argomento sul quale Palazzo Chigi non attacchi la Francia. Qualche volta Parigi lascia correre, altre volte risponde con durezza. L'arresto di Cesare Battisti, ad esempio, ha riaperto la vecchia questione sulla generosa ospitalità ai nostri terroristi in fuga. Nel mirino ci sono 14 persone. Salvini si è detto «pronto a partire per Parigi per riportare in Italia questi assassini». Ma noi, ha replicato il ministro della Giustizia Nicole Belloubet, «non abbiamo ancora ricevuto le richieste di estradizione».

Poi è stata la volta dell'appoggio dei Cinque Stelle ai gilet gialli: l'Eliseo non ha gradito e l'ha fatto sapere. E ancora, l'accusa di colonialismo nei confronti di 14 Paesi dell'Africa, grazie al franco Cfa, che favorirebbe l'immigrazione verso l'Italia: qui, con la convocazione della nostra ambasciatrice al Quai d'Orsai, si è sfiorata la crisi diplomatica.

Infine, è storia recentissima, la passerella di Giuseppe Conte al forum di Davos. In poche ore il premier è riuscito ad accusare Parigi di fare sponda con la Ue per bloccare Fincantieri, che nel 2017 ha comprato il 66,6 per cento di Stx France, e poi a proporre di togliere alla Francia il seggio permanente alle Nazioni Unite per affidarlo all'Unione Europea.

Ecco la risposta di Nathalie Lioseau, ministro agli Affari europei: «Non partecipiamo a gare di stupidità».

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