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Colpo di coda di Boeri contro Quota 100: "90 miliardi di debito, pagano i giovani"

Il presidente Inps: "Disoccupati in pensione, non ci saranno assunzioni"

Colpo di coda di Boeri contro Quota 100: "90 miliardi di debito, pagano i giovani"

Roma Quota 100 costerà molto più del previsto. Interessa principalmente lavoratori uomini del Nord. Ma anche, aspetto fino ad oggi non considerato, non occupati del sud che hanno i requisiti previsti dalla riforma, cioè 38 anni di contributi e 62 di età. Esodati, insomma che non lasceranno spazio a giovani lavoratori. Il presidente uscente dell'Inps Tito Boeri ha impiegato l'ultima audizione parlamentare per ribadire il suo no alla riforma delle pensioni del governo gialloverde.

Fino alle 13 di ieri, ha spiegato, sono arrivate all'Inps 18 mila domande di pensionamento anticipato. Un terzo da dipendenti pubblici. «Molte domande vengono dal Sud, 4 su 10 da Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia».

La ragione è che «abbiamo spesso a che fare con persone non occupate, circostanza che dovrebbe far riflettere circa l'idea che il pensionamento liberi posti di lavoro per i giovani». Niente effetto sostituzione, uno dei punti di forza della riforma previdenziale cara alla Lega di Matteo Salvini che, almeno stando alle domande presentate fino ad oggi, diventa una misura assistenziale a vantaggio di chi non ha lavoro, come il reddito di cittadinanza.

Ma è anche vero che chi ha i requisiti per quota 100, ma non un lavoro è il classico esodato. Chi non ha i requisiti per la pensione previsti dalla riforma Fornero e ha anche perso il lavoro. Categoria tutelata anche dai precedenti governi.

La tesi di Boeri è che il «grosso del costo di quota 100 graverà sulle generazioni future». Toccherà a loro pagare sia Quota 100 sia il blocco dell'aumento dei requisiti della pensione anticipata sulla base dell'aspettativa di vita. «Nel caso in cui le misure non fossero rinnovate al termine del periodo di sperimentazioni l'aumento del debito sarebbe di 38 miliardi. Se diventassero strutturali l'aumento lieviterebbe a più di 90 miliardi». Un buco sui conti Inps che dovrà ripianare lo stato e quindi i contribuenti.

Anche la Corte dei conti ieri ha puntato iriflettori sui costi, sostenendo che Quota 100 avrà un impatto significativo sui conti.

Boeri pensa che la riforma previdenziale non sia equa. I principali beneficiari «sono i lavoratori con lunghe carriere contributive delle classi 1957, 1958 e 1959, che potranno andare in pensione fino a 5 anni vedendosi solo in parte ridurre l'importo della pensione (solo sulla quota contributiva mediamente per il 33%)».

Un quinto della platea degli interessati «è rappresentato da dipendenti o autonomi di sesso maschile residenti al Nord». Confermata la penalizzazione delle donne.

Nettamente sottorappresentate le donne e le persone residenti al Sud. I principali beneficiari hanno importi medi delle pensioni dell'ordine di 30.000 euro all'anno. «Incidentalmente - ha detto Boeri - le nostre sedi stanno in questi giorni toccando con mano quanto sia fuorviante il termine 'quota 100' trovandosi ad escludere dal nuovo canale anticipato persone con combinazioni di anzianità contributiva e anagrafica pari o addirittura superiori a 100».

Intanto la pubblica amministrazione fare i conti con i potenziali esodi. I comuni rischiano la paralisi.

Ieri il ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno ha risposto ai dubbi dell'Anci assicurando che amministrazioni centrali, Regioni e Comuni «non subiranno alcun problema nell'erogazione dei servizi».

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