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Colpo di mano di Renzi: il "gufo" Boeri all'Inps Doccia fredda per Treu

La nomina decisa il 24 dicembre, l'economista di «lavoce.info» critico con il premier su Tfr e Jobs Act. Il commissario sperava nella conferma

Colpo di mano di Renzi: il "gufo" Boeri all'Inps Doccia fredda per Treu

Roma - Il diretto interessato, il presidente designato dell'Inps Tito Boeri, l'ha saputo il giorno stesso. Il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia nel corso del Consiglio dei ministri della Vigilia, quello che ha varato due decreti attuativi del Jobs Act. Il responsabile del Lavoro Giuliano Poletti un po' prima, ma ad annunciare la nomina dell'economista bocconiano al vertice dell'istituto di previdenza è stato direttamente il premier Matteo Renzi. Sua la decisione. Arrivata «come un fulmine a ciel sereno» per tutti e, ancora di più, per il commissario attualmente in carica, Tiziano Treu. Lui, raccontavano ieri fonti del governo, lo ha saputo dalla conferenza stampa.

Il suo mandato è iniziato in ottobre e la scadenza era stata fissata otto mesi dopo, quindi la prossima primavera. Non è un mistero che l'ex ministro del Lavoro stesse lavorando per una conferma, che avrebbe peraltro cozzato con i nuovi requisiti di età per i vertici della pubblica amministrazione. Due giorni fa aveva incontrato i dirigenti dell'istituto per gli auguri e aveva nominato un portavoce. Mosse di chi non si aspetta il benservito anticipato.

Ad accelerare la scelta sarebbe stato proprio l'attivismo di Treu. Mosse più politiche che da «tecnico», come quella di schierarsi e, in qualche modo, anticipare una riforma previdenziale che dovrebbe rendere più morbidi i requisiti della legge Fornero. La nomina di Treu fu letta come una concessione di Renzi alla minoranza di Pier Luigi Bersani. Il giuslavorista al vertice dell'istituto, l'ente del Paese dal quale passano più soldi, era gradito anche alla presidenza della Repubblica.

La sua uscita di scena segna la volontà del premier di cambiare passo. La nomina di Boeri è un gesto di disponibilità del premier verso un mondo che non gli è amico. Economista, bocconiano, riferimento della sinistra riformista, con posizioni spesso fuori dal coro. Ma anche editorialista di Repubblica , giornale non sempre ben disposto nei confronti del premier.

La sua presenza è stata interpretata come la volontà del governo di mettere mano alle pensioni in modo più radicale rispetto a quanto anticipato da Treu nelle settimane scorse. Un assaggio di cosa potrebbe succedere - anche se la poltrona dell'Inps è un ruolo esclusivamente tecnico - è nei tanti scritti sul sito lavoce.info .

Tra i tanti suggerimenti dell'economista milanese riscosse molti consensi quello per introdurre più equità tra generazioni, attraverso un contributo pagato dalle pensioni più alte, basato sui contributi versati. Poi più trasparenza, fornendo ai lavoratori e ai pensionati il quadro esatto di quanti contributi hanno versato.

Infine, Boeri ha criticato aspramente il governo Renzi sulla parte della legge di Stabilità che riguarda previdenza e lavoro. Innanzitutto l'aumento dei contributi sulle casse autonome e la previdenza integrativa, appena attenuato dal maxiemendamento. «Operazione discutibile». La previdenza integrativa «serve oggi come strumento di diversificazione del rischio dato che la previdenza pubblica è interamente investita sulla crescita del nostro paese. Tassare la diversificazione è pericoloso perché spinge le persone che possono farlo ad aumentare i propri risparmi». Male l'operazione Tfr: «Si rischia così di mettere le imprese di fronte a stringenti problemi di liquidità fra quattro anni, quando saremo in un'altra legislatura». Per non contare le tante «mance e mancette», compresa «la Cassa in deroga per la pesca (30 milioni), i 12 milioni in più dati a Italia Lavoro» e altre misure, ha scritto Boeri solo quattro giorni fa su lavoce.info . Un articolo che, iscrive Boeri, a pieno titolo, al partito dei gufi.

E che, forse, è sfuggito al premier.

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