Carabiniere ucciso

Le coltellate a Cerciello: fianco, stomaco e cuore. Era in servizio regolare

Il risultato dell'autopsia: ucciso con ferocia Vertice degli investigatori, caccia ai tabulati

Le coltellate a Cerciello: fianco, stomaco e cuore. Era in servizio regolare

Massacrato di coltellate. Quattro a un fianco, almeno cinque dalla parte opposta. Una allo stomaco. Poi quella mortale, dritta al cuore da dietro. L'autopsia sul corpo di Mario Cerciello Rega conferma i primi esami medico legali. Il vicebrigadiere della caserma Farnese, a Campo de' Fiori, è stato ucciso con un ferocia inaudita. Ammazzato mentre era regolarmente in servizio ma senza un'arma. È il sistema centralizzato di gestione di gestione dei turni a spiegare, dopo sei giorni, che Cerciello e il collega Andrea Varriale erano regolarmente di turno la notte maledetta fra il 25 e il 26 luglio. «Anche se un carabiniere è sempre in servizio» chiosano i colleghi.

Un caso tutt'altro che chiuso con l'arresto e la confessione dei due americani, Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale Hjorth. Tanto che gli investigatori hanno organizzato un vertice in Procura, ieri, per fare il punto sulle indagini: ora è caccia ai tabulati telefonici e ai video delle telecamere. Un incontro fra i magistrati titolari dell'inchiesta, il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e il pm Maria Sabina Calabretta con il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Gargaro e il comandante del nucleo investigativo di via In Selci Lorenzo D'Aloia. La caserma dove Natale è stato bendato e ammanettato alla sedia prima dell'interrogatorio. Due gli uomini chiave in questa tragica faccenda. Il primo è il carabiniere Varriale, di turno assieme a Cerciello e con lui mentre il 19enne californiano lo accoltella a morte. Varriale sarà ascoltato nuovamente nei prossimi giorni in Procura. Da chiarire il ruolo esatto dei militari di copertura su due pattuglie e che, purtroppo, non sono riusciti a intervenire per scongiurare la tragedia.

Il secondo uomo è sempre lui, Sergio Brugiatelli. Quarantasette anni, precedenti per rissa e rapina, si considera «amico delle guardie». Tanto che l'ipotesi che sia un confidente non sarebbe incredibile. Ma sia lui sia i carabinieri smentiscono categoricamente. «Non sono una spia». Restano mille dubbi su una figura poco trasparente. Brugiatelli accompagna i ragazzi californiani in cerca di sballo ad acquistare cocaina. Conosce bene gli spacciatori, Brugiatelli. Tanto che li porta subito dalla persona giusta, Italo Pompei. Fa da tramite ma non viene accusato di nulla Brugiatelli. Che il pusher, poi, tira il pacco agli americani Sergio non lo poteva prevedere. Almeno è quello che afferma. Finnegan e Gabriel, però, lo ritengono responsabile della «sòla». E gli sottraggono lo zaino per chiedere poi il riscatto. Un modo per riavere i loro soldi, spesi per avere aspirina in polvere al posto della coca.

C'è poi la testimonianza di un facchino del LeMeridien Visconti. Biagio Di Paola a verbale racconta di averli visti rientrare trafelati alle 2,45 della notte. Un suo collega 55enne, però, ricorda di averli visti mentre rientravano all'1,30, probabilmente dopo aver rubato lo zaino a Brugiatelli. Un'ora e 15 minuti di differenza. Chi dei due si sbaglia? Ancora. Il portiere d'albergo Roberto Altezza, 62 anni, parla di una prenotazione per Lee e un suo parente. Un familiare mai arrivato. «Elder mi ha detto che, alla fine, avrebbe soggiornato solo lui. Ho scannerizzato il suo documento, attivato un unico badge di accesso della camera 109 e inserito nel sistema il mancato arrivo».

L'uomo giura di aver visto Elder parlottare anche con due uomini, uno dei due dalla pelle nera, nella hall. Gli spacciatori di Xanax, lo psicofarmaco ritrovato in camera la mattina dell'arresto?

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