Cronache

Il comandante: "Volevo salvare tutti"

Argilio Giacomazzi ancora intossicato dal fumo respirato: "Non chiamatemi eroe"

Il comandante: "Volevo salvare tutti"

Brindisi - «Avrei voluto portarli tutti a casa, abbiamo fatto il possibile, ce l'abbiamo messa tutta». Così, con poche parole pronunciate a di là del cancello della sua abitazione di Campiglia, sulle colline di La Spezia, il comandante del Norman Atlantic, Argilio Giacomazzi, ricorda le fasi drammatiche dell'incendio a bordo del traghetto e rivolge un pensiero a chi non ce l'ha fatta. Nei giorni scorsi il suo comportamento è stato lodato dai soccorritori giunti sul posto. Ma lui, l'ultimo ad abbandonare la nave trasformata in una trappola di fuoco mentre dalla Grecia si dirigeva verso Ancona, schiva gli elogi. «Sono molto stanco e non chiamatemi eroe, i complimenti non fanno per me, non servono», dichiara Giacomazzi che soffre ancora di una lieve intossicazione per il fumo respirato.

Intanto in Adriatico si completa il rientro del relitto che è stato agganciato dall'azienda Barretta al largo di Valona, in Albania. Il traghetto giungerà in mattinata a Brindisi e il recupero segna una fase decisiva nelle indagini. Per il momento i morti accertati sono undici, ma si teme che le vittime possano essere molte di più perché c'è il sospetto che nella stiva ci fossero diversi clandestini: gli inquirenti non escludono quindi che nella pancia della nave possa ci possano essere i corpi senza vita di chi è rimasto indietro e non è riuscito a salire sui ponti. Di certo i conti, nonostante l'elenco ufficiale dei passeggeri con i diciotto casi di overbooking, non tornano: secondo la Procura di Bari non si hanno più notizie di 98 persone, ma dalla Grecia fanno sapere che i dispersi attualmente sarebbero non più di diciotto. E mentre si cerca di fare luce sulle reali dimensioni della strage, vanno avanti le indagini per chiarire le cause del disastro e le responsabilità nelle fasi di imbarco di passeggeri e mezzi e in quelle in quelle dell'evacuazione dopo il rogo. Anche per questo sono in corso di identificazione, per essere iscritti oggi nel registro degli indagati, membri dell'equipaggio che avrebbero avuto ruoli di responsabilità. Quanto alle cause, l'incendio sarebbe divampato nei piani inferiori: in sala macchine o nel garage, come riferito da almeno un testimone. Là era stipato un gran numero di camion e auto, poco meno di 200, tra cui 80 tir carichi d'olio: esiste quindi la possibilità che la scintilla sia divampata in una zona dove c'erano sostanze ad alta combustione.

Decisiva l'ispezione sul relitto che si terrà già oggi.

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