Politica

Celentano non è più guru se dice cose di destra

Tiro al bersaglio contro il Molleggiato il giorno dopo l'endorsement in favore di Salvini

Celentano non è più guru se dice cose di destra

Detronizzato da guru. Scaricato. Vituperato, anche. Il giorno dopo l'endorsement di Celentano in favore di Salvini, lo spettacolo delle reazioni è un copione perfetto per un remake di Rockpolitik. Sul tema della sicurezza Grillo e Renzi sono lenti, il leader leghista è rock. Una sassata nel pollaio della politica e dell'informazione. I social network pullulano di reazioni scandalizzate e d'insulti. Celentano è scarso di neuroni. Celentano ormai è da ospizio. Roba così. Più ipocrita la risposta della politica e dei media che contano. Ma il Molleggiato non era dei nostri ? Non stava nella sinistra movimentista, versione Cinque stelle? Non era quasi un editorialista del Fatto Quotidiano ? E infatti. Fino all'altro giorno, ogni volta che diceva la sua sulle navi giganti in laguna o sulla cementificazione provocata dall'Expo, erano paginate e titoloni, anche sul Corriere e Repubblica . Ieri, invece, l'imbarazzo è regnato sovrano: brevi nascoste, poche righe nei pastoni di cronaca. O la censura del Fatto che ha bellamente ignorato la notizia. Del resto, nel post sul blog ( ilmondodiadriano.it ), Celentano aveva buttato lì anche un paio di domande non proprio comodissime: «Perché la gente dovrebbe consumare di più se ha paura di uscire di casa?... Nessuno ha capito che il famoso aumento dei consumi è strettamente legato a un disegno artistico che può scaturire solo attraverso il sorriso dei cittadini. Ma se i cittadini hanno paura e si sentono abbandonati, non sorridono...». Bizzarrie di un anziano signore a caccia di visibilità. Al contrario, il «disegno artistico» è la sua visione estetica della convivenza civile. Una visione visionaria, direbbe lui. Che la politica, stretta tra schieramenti e polemiche da campagna elettorale, stenta a comprendere. E che, magari, tra qualche giorno, gli farà prendere nuovamente le distanze dal leader leghista. Il quale, nel frattempo, non poteva che entusiasmarsi per l'inattesa sponsorizzazione. «Mi ha stupito, in positivo», ha detto intervistato da Radio Cusano Campus. «Siccome vengo sempre dipinto come brutto e cattivo non me l'aspettavo. Per me è un riconoscimento importante, più che alla mia persona alle mie idee. Celentano mi piace molto - ha proseguito Salvini -. A me non piace mettere il cappello all'arte. Faccio un esempio, ieri sono andato a vedere un film su Fabrizio De Andrè e in tanti si sono stupiti. A sinistra si sentono proprietari della musica, della cultura, dell'arte. Ci vuole più libertà...». Lassù, nell'isolamento della villa di Galbiate, Celentano è divertito dal putiferio provocato. Figuriamoci se non sapeva che il suo post eversivo avrebbe provocato reazioni indignate. E imbarazzo nei suoi interlocutori abituali. Quell'imbarazzo che, dopo aver ignorato il suo sfogo, alcuni colleghi hanno superato per chiedergli di farsi intervistare. Ma «il re degli ignoranti» ha riso... dell'ignoramento.

Cominciando a pensare al prossimo post.

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