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Il commesso del megastore che ha boicottato le Olimpiadi

Così il sottosegretario Valente ha remato contro. Il suo curriculum? Esperienza in palestra e uno stage alla Juve

Il commesso del megastore che ha boicottato le Olimpiadi

Chi lo conosce dice di lui che «è il prototipo perfetto dell'esponente del nuovo M5s a guida Di Maio». Sempre un passo indietro, sobrio, quasi timido. Simone Valente, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Rapporti con il Parlamento e alla Democrazia diretta, è anche il responsabile Sport dei Cinque stelle. Ed è l'uomo che potrebbe aver stroncato sul nascere il sogno delle Olimpiadi invernali del 2026 a Milano, Torino e Cortina. Il botta e risposta tra il grillino e il sindaco di Milano Giuseppe Sala risale alla serata di lunedì. Sala aveva detto che il capoluogo lombardo non si sarebbe tirato indietro dalla candidatura a tre, precisando però che la città sarebbe dovuta essere la più visibile e la prima nel brand olimpico. Pretesa stoppata subito da Valente: «Le parole di Sala non sono allineate con quanto emerso nel recente incontro a Palazzo Chigi. Mettiamo un punto fermo a questo paradosso: non è possibile procedere quando le condizioni proposte da Coni e governo non sono sostenute da una città così importante come Milano a causa delle dichiarazioni del suo sindaco».

Fino ad ora Valente era rimasto in disparte, nelle retrovie, nonostante il ruolo di governo, come ha sempre fatto da quando, nel 2010, ha cominciato a muovere i primi passi da attivista nel meetup di Savona. Trentuno anni, uno in meno di Luigi Di Maio, curriculum scarno come quello del vicepremier. Prima il diploma di perito elettronico e delle telecomunicazioni, poi il cambio di programma e l'iscrizione alla facoltà di Scienze motorie dell'Università di Genova, nel polo didattico di Savona, la sua città natale. Percorso di studi mai completato, nel mezzo lavoretti, stage e militanza politica. Infine la ciliegina sulla torta: lo sbarco alla Camera dei deputati nel 2013 e adesso un posto al sole nell'esecutivo gialloverde.

«La sua specializzazione è sempre stata lo sport», dicono dalla Liguria. Istruttore di fitness alla Virgin active di Genova, aiuto allenatore della Pool 2000, squadra di basket di Loano in provincia di Savona, un tirocinio alla Juventus soccer school a Torino, qualche anno prima commesso in un negozio Decathlon di Vado Ligure, sempre nel Savonese. Dal punto vendita di articoli sportivi preferiscono «non rilasciare informazioni su questa persona per ragioni di privacy». Chi lo ricorda durante gli anni di attivismo pentastellato parla di «un ragazzo giovanissimo, riservato, neutro, senza sbavature, molto attento a ogni mossa, pochi contenuti politici». Sicuramente diverso dagli altri due parlamentari eletti a Savona nel 2013 e riconfermati il 4 marzo: «Organizzava gli incontri insieme a Sergio Battelli, un animatore di palchi, e a Matteo Mantero, più strutturato politicamente».

Un altra fonte ricostruisce il percorso politico all'interno del Parlamento. Dagli esordi piuttosto «ribelli» e frondisti, fino alla folgorazione per Luigi Di Maio, del quale è diventato «un fedelissimo esecutore». Il sottosegretario è molto amico anche di Laura Castelli, viceministro dell'Economia, e si racconta di alcuni giorni di vacanza passati insieme, qualche anno fa, da un gruppetto formato da Valente, Castelli, Battelli e Daniele Pesco, ex deputato e ora senatore milanese.

Nella scorsa legislatura si è parlato di Valente dopo una sua singolare proposta di legge. Un ddl che prevedeva l'introduzione dei laureati in Scienze motorie come insegnanti nelle scuole elementari.

Ma niente conflitto d'interessi, lui quella laurea non l'ha mai presa.

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