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Commissario Ue, Giorgetti in pole. "Faccio quello che mi chiedono"

In corsa anche Moavero. La questione resta il peso dell'incarico

Commissario Ue, Giorgetti in pole. "Faccio quello che mi chiedono"

Roma - «Faccio quello che serve, la mia storia è questa. Io non sono quello che comanda: quello che mi chiedono faccio». L'ora della verità si avvicina e i giornalisti incalzano Giancarlo Giorgetti sulla sua possibile nomina a commissario europeo. L'Eurogruppo Ecofin previsto per domani e dopodomani in Lussemburgo sarà il primo tavolo in cui informalmente si inizierà a discutere delle nomine europee, in vista del Consiglio europeo in cui verrà scelto il successore di Jean Claude Juncker alla guida della Commissione.

L'Italia - faticosamente, visto che la questione della procedura di infrazione sul debito non facilita il lavoro diplomatico - sta cercando di tessere la trama delle alleanze per conquistare una poltrona di prima fascia. Non è una prova facile per una maggioranza sovranista chiamata a confrontarsi con popolari, socialisti e liberali dell'Alde. C'è chi sostiene che l'Italia per poter competere per i top jobs dovrà mostrare al più presto concreti segnali di volontà di dialogo sui conti pubblici, i tempi però non sono sincronizzati visto che il via libera definitivo alla procedura si avrà il 9 luglio. Peraltro ieri è arrivata la notizia della conferma da parte della Lituania dell'attuale vice presidente della commissione europea, Valdis Dombrovskis, uno dei duri sul fronte del rigore finanziario.

Segnali di battaglia risuonano nelle dichiarazioni governative. «L'Italia deve perseguire incarichi importanti» dice il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. «Siamo un Paese fondatore. Sono importanti, in particolare, quegli incarichi che hanno a che fare con politiche pubbliche europee di incidenza reale. Quindi stiamo parlando di commercio, di concorrenza, di ambiente, di industria, di economia naturalmente. Cose concrete su cui l'Ue ha competenze specifiche». Il capo della diplomazia italiana non nasconde la sua disponibilità per quell'incarico, dall'alto del suo curriculum e della conoscenza della macchina di Bruxelles. «Occorrerà comprendere quali sono gli orientamenti e chi sarà designato presidente della Commissione. Sono ministro degli Esteri, un impegno importante da portare avanti. Sono a disposizione ma non sono assolutamente candidato a nulla in ambito europeo».

La richiesta di puntare in alto arriva anche dal presidente di Confindustria. «Abbiamo delle priorità davanti a noi, a partire dalla scelta di un commissario di primo livello in Europa, perché quanto prima seguirà la procedura d'infrazione» dice Vincenzo Boccia. Si tratta di avere un commissario di peso come quelli «alla concorrenza, al mercato interno e all'industria, che sono chiaramente figure cruciali».

Nella rosa resta forte Giancarlo Giorgetti, figura stimata che nel nome dell'interesse nazionale incasserebbe il sostegno di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Pd. Ieri è circolato anche il nome di Giulio Tremonti: il diretto interessato però smentisce. Chiude a questa ipotesi anche Massimiliano Fedriga. «Parliamo di cose serie e concrete e non di fantasia e cose che non ci sono». Chi si espone a favore di Giorgetti è Gianmarco Centinaio. «Giancarlo è una risorsa per l'Italia. La sua competenza, la sua serietà e la sua professionalità sono riconosciute da tutti, in modo trasversale.

Se andasse in Europa sarebbe un ottimo risultato per il nostro Paese».

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