Politica

A Como annaspa il super imprenditore

Traglio (centrosinistra) tradito da una gaffe: «Siamo l'orto di Milano»

Sabrina Cottone

nostro inviato a Como

È una piccola frase nascosta nel programma elettorale, ma è stato un grande errore di Maurizio Traglio, l'imprenditore scelto dal centrosinistra di Matteo Renzi per cercare di mantenere la guida di una città che nell'anima e nell'urna non è mai stata sua. Solo nel 2012, quando il muro sul lago costruito dalla giunta di centrodestra ha chiuso la vista delle acque e consegnato la città al Pd.

«Como giardino di Milano» è l'oltraggio fatto stampare da Traglio tra le righe della pagina otto del suo programma elettorale. Una definizione che ha indignato lo spirito del luogo qui dove, a volerla prendere ab origine, si vive una disfida per l'autonomia da Milano che risale ai tempi dei Comuni e del Barbarossa.

Maurizio Traglio, 61 anni, famiglia blasonata dell'imprenditoria, originario di Como dove padre e zio negli anni Cinquanta ebbero la folgorazione di chiedere e ottenere la licenza per imbottigliare la Coca Cola. Poi lui, il figlio Maurizio, già membro del cda dell'Alitalia di Roberto Colaninno, con ruoli di peso in varie società. E suo fratello, Carlo Traglio, mister Vhernier, il grande gioielliere con sede a Valenza. Ma nonostante cotanti curriculum e parentele l'uovo di colombo della sinistra non ha strappato l'atteso consenso.

Forse paga l'ondeggiamento politico, ricordato da tanti nella vigilia calda e sonnacchiosa di un voto in cui l'astensionismo è stato altissimo. In una consultazione che ha premiato gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra, l'ondivago Traglio (almeno quanto a simpatie politiche) ha spiazzato chi avrebbe dovuto sceglierlo. Aveva debuttato come sostenitore di Forza Italia, poi tra Passera e Giannino è approdato a Renzi.

Molto più che un dettaglio anche che Traglio viva a Milano. È stato uno dei motivi di lamentela nei tanti salotti all'aperto della campagna elettorale, un simbolo del distacco con cui i comaschi hanno vissuto la candidatura di un uomo di fama e fortuna, nato in via Pasquale Paoli, bella strada di semiperiferia, segno di una dinastia di self made men che però non è bastato a convincere nemmeno un popolo che dell'operosità ha fatto uno dei cuori della vita.

Sarà stata una colpa quest'identità incerta come la residenza, per molti elettori che hanno preferito il radicamento in città e nell'unità del centrodestra di Mario Landriscina, l'uomo dell'Elisoccorso, nettamente avanti al primo turno. In alcuni quartieri i comaschi hanno snobbato Traglio anche a favore di Alessandro Rapinese, agente immobiliare dalla politica barricadera, grillino ante litteram che durante la notte sembrava addirittura potergli soffiare il secondo posto.

Si sa che il ballottaggio è come un nuovo voto, ma partono anche dal flop dell'uomo della Coca Cola le prime riflessioni su chi ha votato e chi no.

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