Politica

Confessa l'assassino della clochard: «Lei mi ha aggredito e io ho reagito»

Anche lui è un senzatetto. «Le ho dato uno schiaffo e ha battuto la testa»

Ha 55 anni ed è un clochard proprio come la donna che ha ammesso di aver ucciso, l'uomo fermato a Roma per l'omicidio di Norma Maria Moreira Da Silva, brasiliana quarantanovenne.

Aldobrando Papi, questo il suo nome, aveva confessato già l'altro ieri, ma gli investigatori stavano vagliando anche la possibilità che si trattasse di un mitomane. Durante l'interrogatorio aveva raccontato di aver aggredito la donna proprio nell'ansa del sottopasso adibito a via di fuga dove è stato ritrovato il cadavere, all'altezza di piazza della Croce Rossa. «Lei era ubriaca, mi ha preso per i capelli, le ho dato uno schiaffo: è caduta, ha sbattuto la testa per terra ed è morta», ha spiegato.

Gli inquirenti erano arrivati a lui grazie alle testimonianze dei senza fissa dimora del quartiere: alcuni lo avevano visto allontanarsi insieme alla vittima la sera del 13 novembre, dalla zona della Stazione Termini, verso Porta Pia. Il mattino seguente, il corpo della 49enne brasiliana è stato ritrovato nudo, riverso a terra, in una pozza di sangue, la testa fracassata dai colpi, gli abiti ammucchiati nelle vicinanze insieme a una borsa nella quale non c'era alcun documento. L'autopsia ha confermato la morte per i colpi al cranio, senza però riscontrare segni di violenza sessuale. Gli agenti della squadra Mobile hanno passato al setaccio la zona, cercato indizi nelle immagini delle telecamere di sorveglianza del quartiere. Ma la svolta è arrivata grazie alle testimonianze degli amici e dei conoscenti della vittima, tutti clochard, come lei e il suo assassino.

Il sottopasso di Porta Pia, di notte, da anni è diventato luogo di rifugio di poveri e disperati, molti dei quali usano le piccole gallerie delle uscite di emergenza per dormire e ripararsi dal freddo. Un ambiente le cui condizioni di estremo degrado spesso vengono denunciate da chi vive in zona. In quel sottopasso, dove spesso aveva dormito, la vittima si era rifugiata anche la sera del 13, con quell'uomo che conosceva da qualche giorno e del quale forse sentiva di potersi fidare perché, come lei, viveva ai margini della società.

Lo stesso che l'ha massacrata.

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