Cronache

La confessione choc di Brigitte: "Senza animali mi sarei uccisa"

Su "le Monde" la Bardot rivela l'origine della sua crociata. "Odiavo la vita da attrice, loro mi hanno dato un senso"

La confessione choc di Brigitte: "Senza animali mi sarei uccisa"

È come se intossicata, avesse rifiutato il mondo e avesse trovato rifugio nel mondo degli animali. I fan che la acclamano, i flash e i paparazzi. Estranei che la spingono ancora più giù, in quella voragine di solitudine infinita. Brigitte Bardot che si sente sprofondare e che oggi a Le Monde confessa: «Senza gli animali mi sarei suicidata».

Eccola l'immagine capovolta e vera di una copertina patinata. Fuori la dolce vita, dentro il vuoto che strozza. Luce accecante degli scatti e buio pesto dentro. L'invidia della gente, la solitudine nel cuore. Lei che oggi ha 83 anni e voglia di spiegare quello che il mondo ha confuso di lei. Delle sue scelte bollate come strambe; del suo ritiro dalle scene ancora giovanissima per una capra, quando ancora poteva fare tanto, della sua lunga battaglia per gli animali che lei definisce «la missione» e di come una scelta sia indissolubilmente collegata all'altra. Come una Penelope moderna che disfa la sua tela che il destino le aveva regalato perfetta e che invece niente da fare: si rimette al lavoro e rattoppa la vita da capo, a modo suo, nel suo rifugio di Saint-Tropez. Lontano da tutti, da «quella gente che mi ha fatto sempre un po' paura», lei che si sente animale, e «rigetta quella dimensione umana. Spazio arrogante e sanguinario, che mi ha fatto molto male». A 38 anni Brigitte ha conosciuto già tanto della vita, il successo e la vita futile, il mondo del cinema, la superficialità, «per non parlare dell'atteggiamento degli attori, che si sentono al centro del mondo! E io detesto il culto della personalità». Brigitte ricorda e racconta. I momenti più difficili coincidono quando la sua fama è al massimo. «Mi veniva l'ansia solo a leggere un copione, un herpes a ogni presentazione». A mancarle è un senso di appartenenza. Fin da bambina. «So che per anni sono stata il simbolo della frivolezza». Ma la realtà è ben diversa. «I dubbi e le questioni senza fine che mi affollavano la mente fin da piccola. Una mattina, avevo dieci anni e chiesi a mio padre: Perchè vivo? Per darmi felicità. Una risposta che non mi ha appagato. Chi sono? Qual è il senso della mia vita?». Sono domande che le rimangono sempre davanti aglil occhi. «Ma sono gli animali che mi hanno salvato». Loro che danno un senso, anzi di più. «Senza di loro mi sarei uccisa. La mia vita non mi piaceva. La mondanità mi sembrava grottesca. Inutile». Senza senso la vita diventa insopportabile. Peggio: «ingiusta e crudele». Lo spettro della depressione, della solitudine abissale. Alain Delon lo sa. Lui che con il mal di vivere combatte ora ancora più di quando era giovane lo ha dichiarato qualche giorno fa: «se muoio prima io ho dato disposizione al veterinario di uccidere il mio amato cane. Non voglio che soffra dopo di me». Polemiche e critiche.

Ma quello che muove è l'amore. Per la Bardot il motivo della battaglia diventa una crociata in difesa degli animali. Una religione e un antidoto contro il marcio di un mondo che rifiuta. A partire da quel giorno, durante le riprese di «Colinot l'alzasottane». È il 1973 e Brigitte viene folgorata sul set da una capra. «Si sbrighi a girare la sua scena, perché domenica è la comunione di mio nipote e dobbiamo farla allo spiedo. Ero orripilata dalle parole di quella donna. Ho preso la capra, l'ho comprata e me la sono portata nel mio hotel a 4 stelle. È stato il momento in cui ho detto addio al cinema». La vita consacrata alla protezione degli animali, la ragione di vita, «l'amore puro». Lei che si sente «preda» che trova rifugio in un mondo da salvare. Le foche e le pellicce, le foto e le lacrime in Canada, sui ghiacciai per fermare il massacro, la macellazione e la sedazione. «Ho usato la mia notorietà, e ho pagato un prezzo. A 42 anni ho dovuto fare un testamento per le minacce di morte che ricevevo. Mi hanno ridicolizzata, derisa, insultata. Ma ne è valsa la pena, ho salvato 350mila vite all'anno.

Non male no?».

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