Politica

Confindustria dà l'altolà all'esecutivo

Confindustria dà l'altolà all'esecutivo

Il conto alla rovescia del pianeta-industria nei confronti del governo gialloverde è già cominciato: se venerdì, a Cernobbio, oltre il 70 per cento degli imprenditori interpellati si è detto convinto, senza tanti giri di parole, che gli italiani dovranno tornare a votare in tempi brevi o che, comunque, si dovrà procedere subito ad un ampio rimpasto dell'esecutivo in carica, già domani si presenterà l'occasione per un'ampia verifica: il varo del Def che, in teoria, dovrebbe rimettere le mani sull'ultima manovra che, con la recessione in atto, sta facendo acqua da tutte le parti.

Ho interpellato, al riguardo, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: il suo commento non lascia spazio a dubbi perché considera le misure in cantiere come una specie di prova del nove definitiva per Palazzo Chigi e dintorni. A parere di viale dell'Astronomia, il Def deve, infatti, essere l'occasione per dare finalmente vita all'«operazione-verità». Proprio per tale motivo, il governo, oltre alla definizione delle linee-guida e degli interventi che si vorranno realizzare, dovrà dare i numeri, ma, questa volta, nel senso buono: sarà, cioè, necessario che il Tesoro fornisca tutti i dati precisi su una realtà che oggi appare molto diversa da quella espressa, appena pochi mesi fa, dall'ultima legge di bilancio. «È evidente aggiunge il numero uno degli industriali italiani che, se si vorrà evitare una manovra correttiva, sarà necessario attivare senza indugio tutte le misure necessarie alla crescita». Perché, a questo punto, non c'è soltanto assoluto bisogno (e Boccia sottolinea con il Giornale l'aggettivo «assoluto») di aprire i cantieri e di stimolare gli investimenti, come più volte richiesto, ma «è anche necessario essere rigorosi sui tempi d'attuazione che dovranno essere certi e rapidi».

Insomma, non c'è più tempo da perdere, parola di Confindustria. Se è vero che il governo Conte sembra, dunque, alla resa dei conti finale, è altrettanto chiaro come sia già scattato il «count-down» per tutto il made in Italy.

E, in questo caso, non si tratta di partire per la luna, ma di restare con i piedi saldamente per terra perché, dopo tanti proclami, i nostri imprenditori hanno ora davvero bisogno di fatti concreti.

Commenti