Politica

Confindustria giovani: «Giù l'Ires, non l'Imu sui castelli»

Il presidente Gay «striglia» Alfano ospite del convegno di Capri: «Servono coperture certe per tagliare le tasse»

nostro inviato a Capri (Na)

I giovani imprenditori tornano all'antico: eleganti nella forma, meno nella sostanza. Marco Gay, presidente dei Giovani di Confindustria, incede sulle scale con Angelino Alfano, indugia nelle photo opportunity con il ministro dell'Interno, lo accompagna nella sala del convegno. Dovere d'ospitalità, spiegano gli organizzatori. Eppure, appena qualche ora prima, aveva fortemente criticato la legge di Stabilità del governo; e in modo particolare il mancato sconto Ires.

Palazzo Chigi e il ministro dell'Economia erano convinti di poter strappar a Bruxelles un altro sconto dello 0,2 per cento di deficit, quale benefit per la politica di accoglienza degli immigrati. Invece, nelle ore che hanno anticipato il consiglio dei ministri dell'altro ieri, la Commissione europea ha fatto sapere - in via informale - che quello sconto non era affatto certo. Insomma, il governo non poteva contabilizzarlo nel deficit.

Così, Matteo Renzi ha subordinato la riduzione al 24,5 per cento dell'aliquota Ires pagata dalle imprese al via libera di Bruxelles. Se arriva lo sconto-migranti, la riduzione dell'aliquota Ires può scattare nel 2016, altrimenti - ha spiegato il presidente del Consiglio - arriverà nel 2017.

Una scelta che la platea dei giovani industriali non condivide. «Servono coperture certe per l'Ires, non quelle ballerine legate al Fondo migranti», commenta Gay. Non solo. Anziché la riduzione Ires di 3 punti, come ipotizzato dal governo, la Confindustria young ne chiede 5 in meno ed estesa a tutte le imprese. Con un occhio particolare al Mezzogiorno. E sembra essere tornati di colpo - almeno nei toni - alla presidenza dei giovani imprenditori di Antonio D'Amato, quando la politica economica girava (a parole) sulla crescita del Mezzogiorno. All'epoca c'erano le lire. Oggi applicare fiscalità di vantaggio per determinate aree del Paese infrange almeno una decina di regole europee. Eppure, gli imprenditori ancora la chiedono. Così come invocano maggiore legalità nel Mezzogiorno. Il sindaco di Casal di Principe si infervora. E la lotta alla criminalità, come lo sviluppo del Mezzogiorno, restano temi da convegno.

Quando Alfano arriva a Capri trova un pianeta cortese, ma non favorevole. Gli imprenditori chiedono una profonda revisione della politica economica: le tasse vanno ridotte su aziende (e non poteva essere altrimenti, vista la platea) e sul lavoro, dice Gay. «Invece il governo ha deciso di alleggerire quelle su 45mila ville e castelli». Come se i «tacchi 12» di chi affolla Capri in questi giorni vivesse in una «due-camere-e-cucina».

Per tamponare la situazione, il ministro dell'Interno illustra i punti-chiave della legge di Stabilità. Ma sul tema specifico, lo sconto immigrati sul deficit, precisa: «Il tema è nella mani di Padoan. Il negoziato con la Commissione sui conti pubblici è gestito dal ministero dell'Economia».

E oggi a Capri arriva Padoan. Chissà se i giovani industriali lo ascolteranno come hanno fatto con Alfano: quando il ministro parlava di far lavorare gratis i migranti nei Comuni che li ospitano i giardini del Quisisana erano pieni di delegati.

Argomento? «Sono Capricorno ascendente Capricorno», oppure «Hai prenotato da Gemma?».

Commenti