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Il consiglio utile

A lzi la mano chi non ha mai avuto mal di denti, disturbo in grado di rovinare intere giornate e soprattutto nottate con quelle fitte dolorose pulsanti che impediscono il sonno e costringono la lingua a battere continuamente là dove il dente duole. Tutto sommato, per noi esseri umani, di solito la dolorosa faccenda si risolve con una notte insonne perché, il giorno dopo, l'amato-odiato dentista, in qualche modo, risolverà il problema. Sempre che non capiti nei giorni di Natale quando anche i dentisti si danno alla macchia o alle settimane bianche, lasciando al povero paziente l'unica possibilità di rivolgersi al servizio pubblico dove solitamente il medico di turno si ricorda di un antico detto: «Tolto il dente, tolto il male».

Ora, provate a pensare di avere un terribile mal di denti, tale da rendervi difficoltoso anche l'alimentarvi con polenta e stracchino e di non trovare nessuno che si occupi del vostro problema per qualche anno. Roba da ricovero volontario in qualche reparto di psichiatria per evitare di buttarvi giù da un ponte. E ora provate a pensare che anche cani e gatti hanno dei denti, anzi il cane ne ha addirittura 42 contro i nostri 32, mentre il gatto ne ha un po' meno, 30. Pur essendo un tantino diversi dai nostri (si pensi ai canini), essi hanno una conformazione simile, con tanto di radici e di nervi. Un po' per il fatto che oggi anche i nostri animali domestici vivono più a lungo, un po' perché la loro alimentazione non è più quella «grezza» di una volta, placche di tartaro e carie non li risparmiano e, quando sono interessati i nervi o il periostio, il dolore può diventare lancinante, esattamente come il nostro. L'unico problema che hanno cani e gatti è quello di dircelo. Ma se non ce lo dicono ce lo fanno capire. Smettere di mangiare alimenti duri (crocchette), fili di saliva che escono dalla bocca e soprattutto mettersi in bocca gli alimenti con avidità per poi lasciarne cadere dei pezzi, sono tutti sintomi di dolore ai denti e gengiviti/stomatiti.

Come per l'uomo, l'accumulo di tartaro e le placche dentali preludono a carie e altre malattie che possono essere, in qualche modo prevenute con un'adeguata igiene, almeno nel cane. Si deve iniziare da cuccioli, abituando il piccolo a dentifricio (per cani) e spazzolino, oltre che a un'alimentazione a base di alimenti grossolani e non solo a mousse o paté.

In molti casi purtroppo anche questo non basta e si rende necessaria una detartrasi almeno una volta nella vita, oppure, in soggetti «formatori di tartaro», anche più volte.

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