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Consip, Luca Lotti a rischio processo

Luca Lotti ed altre sei persone rischiano il processo nell'ambito dell'inchiesta sul caso Consip. L'ex ministro dello Sport è accusato di favoreggiamento insieme al generale dell'Arma Emanuele Saltalamacchia

Consip, Luca Lotti a rischio processo

Luca Lotti ed altre sei persone rischiano il processo nell'ambito dell'inchiesta sul caso Consip. L'ex ministro dello Sport e il generale dell'Arma Emanuele Saltalamacchia sono accusati di favoreggiamento.

L'ex comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, invece, è accusato di rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento mentre Gian Paolo Scafarto, ex maggiore del Noe, dovrà rispondere di rivelazione del segreto e falso ma anche di depistaggio. Di quest'ultimo reato è accusato anche l'ex colonello dell'Arma, Alessandro Sessa. Infine rischia il processo anche l'imprenditore Carlo Russo per millantato credito. Il principale accusatore di Lotti e Saltalamacchia è Luigi Marroni, l'ex amministratore delegato di Consip che nel dicembre 2016 rivelerò che furono loro due a comunicargli dell'apertura di un'indagine sulla società e fu così che lui fece togliere le microspie messe dai carabinieri del Noe, trovate nel suo ufficio. Nel provvedimento di conclusione delle indagini preliminari della procura di Roma, il 3 agosto del 2016, si legge: "Lotti avrebbe rivelato all'epoca ad di Consip, Marroni, l'esistenza di una indagine penale che riguardava organi apicali passati e presenti di quella società e in particolare una attività di intercettazione telefonica su una utenza in suo uso". Il generale Saltalamacchia, invece, avrebbe invitato Marroni alla "cautela nelle comunicazioni a mezzo telefono". L'allora presidente Consip, Luigi Ferrara sarebbe stato informato da Del Sette dell'esistenza di una indagine in corso sull'imprenditore Alfredo Romeo e l'avrebbe invitato ad essere cauto nelle comunicazioni. Stessa cosa avrebbe fatto Filippo Vannoni con Marroni, mentre l'imprenditore Russo avrebbe millantato credito con Daniela Becchini (ex direttore generale del patrimonio Inps), Silvio Gizzi (ex ad di Grandi Stazioni), Monica Chittò ( ex sindaco di Sesto San Giovanni) e Luigi Marroni. Ed è così che "si faceva promettere da Alfredo Romeo 100 mila euro come prezzo della propria mediazione".

Inoltre Russo avrebbe garantito a Romeo di poter arrivare all'ex ad di Consip "anche per il tramite di Tiziano Renzi" con lo scopo di"ottenere stabili vantaggi nell'aggiudicazione a favore della Romeo Gestioni spa delle procedure di evidenza pubblica indetta dalla Consip".

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