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Consip, spuntano altri due pizzini

Gli investigatori hanno trovato due "pizzini" nell'ufficio di Alfredo Romeo in cui c'era un T puntata con accanto delle cifre di possibili pagamenti che si riferirebbero a Tiziano Renzi

Consip, spuntano altri due pizzini

Due pizzini con una T puntata, trovati nell’ufficio di Alfredo Romeo. Ecco la novità nell’indagine della procura di Roma su Tiziano Renzi e i suoi rapporti con Alfredo Romeo, l’imprenditore accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla Consip.

Il primo biglietto risale al 14 settembre scorso, ed è stato scritto ment Romeo diceva al “faccendiere” Carlo Russo, amico di Renzi sr:“Facciamo una cosa direttamente con...”. Invece di un nome si sente il rumore di una penna pigiata su un foglio, e ancora: “Facciamo una cosa proprio quadro... Eh... ogni ... — ancora rumore di scrittura di sottofondo — per... lui... ogni... Le cose sostanziali da fare sono un ... tenuto da lui naturalmente…”. Il giono seguente i carabinieri del Noe hanno recuperato nella spazzatura degli uffici romani di Romeo il foglietto gettato via dopo l’incontro e hanno scoperto il “pizzino” in cui si legge “30.000 x mese - T. 5.000 ogni due mesi R.C. 2 incontri quadro tenuti da T. 1 con M - 1 con L-”. Secondo gli investigatori la T sta per Tiziano Renzi, R.C. Carlo Russo, M sta per Marroni (amministratore delegato di Consip) e L per Lotti. Ma sono, come sottolinea il Corriere, sono solo ipotesi.

Il 26 settembre, quando i carabinieri hanno messo negli uffici di Romeo altre microspie, hanno visto un altro appunto con scritto "ogni mese 30.000" e una freccetta che rimanda a una T cerchiata; ogni 2 mesi 5.000 - C.R.; 1 incontro con M; 1 incontro con L.". In più ci sono la parola "contanti", cerchiata anche quella, e due nomi abbreviati: "Bonifas" e "Pess". Tali congetture si basano sui discorsi intercettati mentre Romeo scriveva e che riguardavano il presunto incontro tra Romeo e Tiziano Renzi, negato da quest’ultimo ma riferito dal commercialista Alfredo Mazzei, al quale l’ha raccontato lo stesso Romeo. Inoltre Romeo ha rivelato di averli agganci per i suoi affari "al più alto livello" al funzionario della Consip assunto «a libro paga» e il 6 dicembre, parlando con Italo Bocchino, afferma: "Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato...".

Secondo gli inquirenti i discorsi relativi all’acquisto del giornale l’Unità da parte di Romeo possono essere un altro elemento di riscontro a quei foglietti e ad altre conversazioni. Carlo Russo il 19 ha un incontro con Tiziano Renzi che gli investigatori non sono riusciti a intercettare perché hanno perso il faccendiere nel traffico. Il giorno dopo è di nuovo a Roma, dove prima vede Romeo e poi va nella sede del Pd a largo del Nazareno e manca la prova che lì abbia incontrato il tesoriere del partito Francesco Bonifazi (il cui nome compare sul secondo pizzino, accanto a "Pess" che potrebbe essere Pessina, attuale editore dell’Unità). Romeo, due giorni prima era stata intercettata una sua conversazione con un certo Simone al quale dice di “preparare due righe per Francesco Bonifazi... sul buon Alfredo Romeo”.

Il 27 settembre Russo parla con Romeo, dandogli del lei, e lo avvisa di aver consegnato un «report» sul suo conto per l’acquisto dell’Unità, aggiungendo che l’allora sottosegretario a Palazzo Chigi Luca Lotti sarebbe perplesso sul suo nella proprietà del giornale: “Io ho fatto una breve relazione, insomma due righe, una paginetta forse... fra le quali ho messo anche le esperienze editoriali che mi ha detto... e quando l’ha visto Luca ha fatto eh... fa l’imprenditore, non è che quello...”. Davanti ad altri dubbi legati ai suoi trascorsi giudiziari, Romeo ribatte: “Nel caso mio il Pd non attacca... io nasco nel Pd, ragazzo”. Lotti chiede soldi a Romeo per la sua attività e la magistratura sospetta che li abbia ottenuti.

Russo vuole un contratto di consulenza con pagamenti estero su estero, mentre Romeo vuole pagare in contanti.

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