Politica

Conte non dà i numeri e innervosisce i mercati. Piazza Affari perde l'1%

Il governo ora deve scendere "dalle stelle" perché spread e rating non sanno aspettare

Conte non dà i numeri e innervosisce i mercati. Piazza Affari perde l'1%

Il discorso al senato del premier incaricato Giuseppe Conte , come scrive l'agenzia finanziaria Bloomberg, «ha innervosito i mercati», perché ha affermato che il suo governo promuoverà misure populiste che vanno dal reddito di cittadinanza per i poveri e i senza lavoro ai tagli fiscali, promettendo «un nuovo vento di cambiamento basato su un programma di espansione fiscale». Ciò «allo scopo di avere una Europa più forte e giusta».

La Borsa italiana, fra movimenti ondeggianti ha chiuso in declino, di oltre un punto percentuale, in controtendenza sia agli altri listini che ai dati, diffusi proprio in quelle ore, circa il buon indice di fiducia di maggio delle piccole e medie nel mese di maggio. Lo spread fra i titoli del debito biennale italiano e quello tedesco è balzato in su, di 22 punti, quello decennale è aumentato di 21. Ed entrambi sono vicini alla soglia di 250 oltre a cui inizia il rischio del degrado del nostro debito da parte qualche agenzia di rating, con conseguenze negative per la possibilità della Bce di acquistare titoli pubblici italiani.

Il termine «populismo» che riempie di orgoglio il professor Conte, che cita il discorso Dostojevskij in onore di Puskin nel 1880 nella «società degli amici della letteratura russa», però, nella letteratura finanziaria di solito è quello costituito dai disavanzi e dai debiti pubblici enormi con tassi di inflazione alle stelle, che ha caratterizzato (e caratterizza) non pochi Paesi dell'America Latina. La speculazione finanziaria si attacca ad ogni appiglio per creare fluttuazioni al ribasso in cui essa guadagna, magari in collegamento con qualche banca a sua volta collegata con qualche governo. Dato ciò, ci si domanda come mai il nuovo premier abbia usato espressioni che si prestano ad innervosire i mercati anziché cercare di tranquillizzarli. Eppure il suo discorso, ampio di promesse, è stato vago sui loro tempi e modi di realizzazione, in particolare per la flat tax. Queste promesse prive date e numeri, avrebbero richiesto qualche riferimento qualitativo alle coperture finanziarie.

Invero il governo precedente, il Conte 1, era stato bocciato sul nascere dal Capo dello Stato, con l'argomento che il Ministro dell'economia in pectore Paolo Savona, con le sue dichiarazioni aveva contestato le regole finanziarie europee, compromettendo il risparmio degli italiani e violando l'articolo 81 della Costituzione, nuova versione che prevede il pareggio del bilancio, solo con un deficit giustificato dal ciclo negativo, oramai agli sgoccioli. Le incertezze create nel vuoto politico avevano fatto salire lo spread oltre 300 punti e indotto a fare il governo Conte con un nuovo ministro economico. Ma il neo premier nelle sue citazioni socio-filosofiche ha insistito sulle prospettive di luogo periodo, argomentando che il breve non è rilevante. Invece, per la nostra economia è essenziale proprio il breve periodo. Il governo deve redigere il DEF, il documento di economia e finanza: fare o no la manovra correttiva che Bruxelles chiede di 0,3 punti e fare o no la sterilizzazione dell'aumento dell'Iva.

Keynes, con una certa esagerazione, ha scritto che «nel lungo periodo siamo tutti morti», perché prima di pensare al domani, bisogna badare all'oggi.

Occorre che il «governo del cambiamento» scenda dalle stelle, perché lo spread il rating non sanno aspettare.

Commenti